ROBERTA SOLE : LA MAIEUTICA APPLICATA ALL'ARTE
Ultima, ma solo in ordine di
tempo, la conversazione che conclude il lungo ciclo di interviste ai membri
della giuria del Premio Art-e di Veroli e precisamente quella con ROBERTA SOLE.
Nata a Sora, ha vissuto a Frosinone fino al momento della sua laurea in
Economia e Commercio, facoltà scelta più per sfida con sé stessa e tradizione
familiare che per vera inclinazione, infatti la sua vera passione, coltivata fin da
giovanissima, è l’Arte. Ha sempre disegnato fin da bambina, ma il suo percorso
di vita non l’ha condotta a diventare pittrice, bensì curatrice di mostre e di
eventi legati comunque all’arte. La vita è fatta di incontri e di occasioni che
spesso si rivelano fondamentali anche nei progetti lavorativi ed è quello che è
accaduto alla Sole ormai quasi dodici anni fa. Dopo l’esperienza professionale
come promotrice finanziaria, dal 2005 ha iniziato a collaborare ad alcuni
eventi d’arte a Roma e non solo. Poi nel 2014 l’incontro fortunato con Maurizio
Bedini che le ha proposto di gestire (insieme al critico d’arte Francesco
Giulio Farachi), il suo spazio espositivo il Muef ArtGallery di Roma,
un’opportunità colta al volo e la realizzazione di un vecchio sogno. La nostra
chiacchierata particolarmente informale ha delineato un carattere volitivo e
tenace negli obiettivi da raggiungere, “autodidatta nell’arte con il tempo ha
affinato l’occhio” nel riconoscere i veri talenti che segue con cura, oserei
dire, materna. Partendo dal presupposto che ogni artista è alla ricerca di
conferme e gratificazioni, la Sole instaura con loro un profondo e iniziale rapporto
confidenziale per “ricercare l’anima” di ciascuno. L’arte è “emozione” come
quella legata al ricordo della mostra (primavera 2015) da lei ideata,
soprattutto a partire dal tema: “Mostra il blu” perché “la tensione fredda del
blu sempre richiama una condizione dell’anima”. Affascinata dall’arte
contemporanea è sempre alla ricerca di nuovi talenti per conoscerli e
promuoverli non solo a Roma, ma per sua ammissione quelli che ama di più sono Kandinsky
e Miró per il vivace colorismo da cui è sempre stata attratta. “Se devo, però,
andare a visitare un museo o una mostra importante preferisco sempre vedere i
pittori antichi con preferenza per quelli dell’800 specie se di scuola
napoletana, i Preraffaelliti, Klimt, Henri-Edmond Cross, i
Macchiaioli che ultimamente stanno vivendo una riscoperta, gli artisti del
periodo Liberty… mi piacerebbe poter mettere a casa un Giulio Aristide Sartorio.
Di pittori contemporanei che mi affascinano ce ne sono alcuni molto
interessanti. Per citarne alcuno: c’è l’italiano Agostino Arrivabene per i suoi
richiami a Hieronymus Bosch, ed un giovane californiano Jeremy Mann”. In questi
giorni è impegnatissima nell’allestimento e organizzazione della sua ultima
creatura, in collaborazione con Francesco Giulio Farachi e Maurizio Bedini,
“Emersioni - quando riaffiora ciò che hai voluto celare” mostra che
s’inaugurerà il 13 novembre al Muef fino al ventidue dello stesso mese la cui
protagonista è la pittrice romana Antonella Catini. Un titolo emblematico che
riguarda molti artisti o aspiranti tali che, a volte, trovano difficoltà a far
emergere la propria interiorità, perché “per crescere sul serio dobbiamo fare i conti
con noi stessi e far emergere anche ciò che per molto tempo abbiamo cercato di
nascondere, occultare”. Non resta che augurare bonne chance a tutto il team per
l’evento imminente e per tutti i progetti futuri, considerando l’energia e la
creatività vulcanica della Sole nel prossimo futuro la calendarizzazione degli
eventi registrerà il sold out.
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