giovedì 3 novembre 2016

ROBERTO CASTELLUCCI : TRA ECONOMIA ED ARTE




Nato a Sora, ma vissuto a Frosinone fino all’età di diciannove anni, dopo la maturità classica si è trasferito a Roma per intraprendere gli studi universitari in Scienze Politiche lavora presso la Banca d’Italia e ha una grande passione: l’Arte. Si sta parlando di uno dei relatori del seminario “ARTE CONTEMPORANEA UN FLUSSO ENERGETICO VITALE”  evento collaterale al Premio Art-e 2016 di Veroli e precisamente di Roberto Castellucci. Entrato subito nello spirito dell’intervista-chiacchierata ha iniziato a raccontarsi delineando il suo profilo professionale ed umano. “L’amore per l’arte è nato per caso e l’ho approfondito iniziando a frequentare gli studi dei più grandi pittori romani del Novecento, particolarmente quelli di Vespignani  ed Attardi. Tipico era la colazione del sabato mattina con Attardi, un momento bellissimo che mi ha segnato, Attardi inoltre scriveva benissimo, ritengo, forse meglio di come dipingesse. Non va dimenticato che all’epoca dietro gli artisti c’erano movimenti culturali e politici, come, ad esempio, il Futurismo lo è stato per Balla, invece oggi questa cosa è andata scemando. L’artista deve essere colto della propria esperienza, essere presente nel proprio tempo, cosciente di quello che fa nel presente”. In posizione polemica verso una certa critica attuale, Castellucci sostiene, infatti, che ultimamente “è la critica a creare l’artista, nulla di più sbagliato, perché la critica deve rivelare quello che è l’artista e  diffonderne il messaggio che in qualche modo egli non riesce a tirar fuori. Invece molto spesso i critici d’arte attuano un progetto più economico che artistico e in base a questo progetto movimentano alcuni artisti rispetto ad altri creando, così, un processo discriminante. Ma la colpa è anche degli artisti stessi perché l’arte è comunicazione e dietro ogni quadro ci deve essere un messaggio, un contenuto e ultimamente, con le nuove tecnologie, si  sta dando più importanza al mezzo della comunicazione rispetto alla comunicazione stessa. Esistono infiniti strumenti per trasmettere un messaggio ma questi non sono il messaggio. La velocità dei mezzi di comunicazione rende il significato effimero e riduce quello che è il prodotto reale dell’arte: il bello. Quello che conta in arte non è il momento storico in cui si produce un’opera, bensì il processo con cui si arriva alla realizzazione della stessa, conta sempre la cultura che c’è dietro al quadro e all’artista”. Castellucci ha inoltre elaborato una sua teoria comparativa tra mercato finanziario e arte :  “La crisi economica globalizzata odierna iniziata nel  2005 ed esplosa nel 2007, a causa dell’eccessiva cartolarizzazione dei titoli edilizi negli USA, procede di pari passo con quella artistica causata dalla negazione dei contenuti  nel privilegio della forma, in un discorso ormai radicato…apparire è meglio che essere!” Funzionario di banca, blogger, esperto d’arte, pittore (la sua prima “personale” si svolge, con lusinghieri esiti sia per la partecipazione che per i riscontri critici, interverrà anche il prof. Bonito Oliva, all’Hotel Eurostars Roma Congress, nel gennaio 2007), scrittore, Castellucci vive queste varie attività in modo “schizofrenico” in una vivificante dissociazione ed in una diversificazione dei ruoli che non collidono, semmai arricchiscono  una personalità intellettualmente vivace e curiosa. E’ certo che tutto ciò sarà il punto di forza del suo intervento al seminario di storia dell’arte contemporanea in programma il venti novembre a Veroli.


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