IL LATO IRRAZIONALE DI UN MANAGER: LUCIANO COSTANTINI
La lunga “pagina” delle interviste dedicata principalmente ai componenti della giuria del Premio Art-e
2016 di Veroli è quasi ultimata, manca soltanto l’ultimo, ma fondamentale
“tassello di questo mosaico”: LUCIANO COSTANTINI, ideatore e direttore artistico
dell’evento. Non sarà però la solita conversazione-intervista, ma un mio
personale omaggio all’ uomo e all’artista
che in questi recenti mesi di contatto lavorativo ho iniziato a conoscere
e stimare da un punto di vista professionale, nonché umano. Nato ad Alatri, fin da giovanissimo si è
dedicato alla pittura e negli anni dell’adolescenza si è avvicinato al mondo del fumetto e del design
automobilistico; nel suo studio-galleria, il SEAC, a Veroli, vi è infatti il
suo primo quadro (1981) ad olio raffigurante un’auto d’epoca, precisamente una
“Rolls Royce Silver Shadow II”, posto come
memoria storica dell’inizio di un percorso artistico che prosegue
tutt’oggi. Dotato di grande personalità e ancor più di volontà, Costantini, è artista-
manager con il grande dono di saper guardare oltre nell’individuazione delle
potenzialità artistiche più nascoste. Le sue opere sono state recensite da noti
critici d’arte di livello nazionale e internazionale: Elena Gollini, Massimo
Rossi Ruben, Viviana Vannucci, Francesco
Giulio Farachi. Anche per la curatela
delle mostre (collettive/personali), si annoverano partecipazioni di alto
profilo sia nazionale che internazionale: Vittorio Sgarbi, Massimo Rossi Ruben,
Viviana Vannucci, Giuliana Sarno, Roberta
Sole, Francesco Giulio Farachi, Augusto Ozzella, Gianluca Morabito. Partito
negli anni ’80 con un discorso metafisico in cui l’elemento antropico era associato alla paesaggistica tradizionale
con l’inserimento della “scacchiera”, elemento introdotto da Kandinskij nel
1920 . Costantini, negli anni ’90, si
svincola progressivamente dal dato figurativo, in una ricerca di astrattismo
che si risolve nella disgregazione dell’immagine con l’uso della spatola per la quale dimostra
particolare sensibilità. Un iter interiore e di sperimentazione lo fanno
approdare alla pittura digitale odierna ed alla fotografia. Annoverato tra gli
autori storicizzati, nel testo CriticArt, di lui dice la Vannucci: “…Luciano
Costantini -- specie nelle opere dell’ultimo biennio – raggiunge un traguardo
importante del suo percorso artistico : quello di convertire la proprietà
rappresentativa delle immagini in linguaggio… la sua ricerca è un’indagine
sperimentale dove elementi originariamente contrastanti tra loro si incontrano,
si alimentano e si sublimano, dando vita ad un lessico mirabilmente
polimorfico”. E ancora su di lui, Elena Gollini … “Costantini realizza
composizioni ricercate e inedite, animate dalle passioni e dalle suggestioni
delle idee e dei pensieri ”, per citare solo alcune delle lusinghiere critiche
raccolte negli anni. Sempre alla ricerca del dato simbolico e del contenuto : “Tutto
ciò che facciamo è in definitiva una razionalizzazione della nostra volontà,
nulla più che una sintesi dei nostri desideri… Occorre investigare
l’architettura del pensiero retrostante, che si situa nella fase ideativa
dell’opera, perché diverso è il messaggio dell’artista. Le mie opere, come
tutti i lavori di autori viventi o
contemporanei del mio tempo, sono composte da due elementi: il messaggio e la
tecnica. Nel mio caso il messaggio è strutturato e supportato da una sintesi di
forme e colori…Per fare sintesi, tuttavia, ci vuole studio, dedizione e
soprattutto costanza…” Questo è l’artista Costantini, poi c’è l’uomo con il suo
vissuto, il suo quotidiano, i suoi affetti che riesce a far coincidere,
amalgamare con il suo impegno lavorativo sempre supportato dal sorriso, dalla
pazienza, dall’ascolto dell’altro. Mai un attimo di cedimento in un’ operazione
organizzativa assai complessa che necessita doti di diplomazia oltre che di
grande apertura mentale per far convergere cose e persone nell’obiettivo finale
del Premio Art-e , un sogno che dura da mesi e che sta per vedere la luce!
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