giovedì 6 agosto 2015

FROSINONE IMPAZZISCE PER " MI HANNO RIMASTO SOLO"





Il Teatro è Vita, ricco di sfaccettature , e come nella vita si ride, si piange, si medita, si ama, si odia….tutte le corde dei sentimenti sono coinvolte,  ma è soprattutto Sogno quello che Michele La Ginestra, con il suo “Mi hanno rimasto solo”,  ha condiviso con la platea di TEATRO TRA LE PORTE di Frosinone nella caldissima, in tutti i sensi, serata di ieri 5 agosto. Un one man show in cui si è prodotto in nove esilaranti monologhi partendo da un grande di tutti i tempi e dalla sua famosissima canzone  “Tanto pe’ cantà”, Ettore Petrolini,  e dalla sua macchietta “Archimede”,  l’ubriaco-filosofo, creata cento anni fa, ma sempre attuale nella sua comicità lunare e futurista dove parla alla piazza spiegando alla sua maniera l’Italia…le braccia ad arco sono le Alpi e la Sicilia si trova oltre il suo piede e Siracusa, città di Archimede appunto, sta proprio in corrispondenza col suo callo…”ecco perché lì fa sempre callo (caldo)”.  Uno spettacolo che è anche macchina del tempo in cui La Ginestra affronta temi moderni  e momenti fanciulleschi, come le favole, in un ideale filo conduttore che è omaggio alla romanità, alla sua arguzia, al suo disincanto, ai suoi poeti , uno per tutti Cesare Pascarella con la sua poesia La fondazione di Roma o “Califranco Fano” ( Franco Califano) e la sua Disperati pensieri di un impotente… “…Me vie da piagne si te guardo ancora me vie' quasi da ditte 'na preghiera un tempo andavi avanti come un matto e mo' sei un po' de pelle da da' ar gatto…” Anche il titolo dello spettacolo è una citazione-omaggio a Roma tratto dal film Audace colpo dei soliti ignoti (1960), “M'hanno rimasto solo... 'sti quattro cornuti!”  pronunciata  di notte in mezzo a una strada silenziosa da Vittorio Gassman che ha appena preso una multa da due vigili motociclisti perché non attraversava sulle strisce pedonali. Continua il lungo monologo, è il momento del calciatore di Nepi affetto da emorroidi a forza di stare in panchina , un solo goal a dargli un effimero momento di gloria e pagato con le casse dell’acqua omonima…amara satira sui compensi stratosferici ai “divi del pallone”! Questa passerella,  nell’ipotetico e onirico teatro- amico che realizza i sogni del protagonista di poter cambiare personaggio ogni sera regalandogli attrezzerie di scena, musiche ,copioni, continua con il mondo delle favole  (nate dalla penna dell’autore venticinque anni fa) con Pollicino tenero , ma furbo nel trovare  “di notte, nel bosco, al freddo, al gelo, con la pioggia e anche qualche chicco di grandine….” i sistemi per tornare a casa con i suoi fratelli dopo l’abbandono dei genitori e qui la satira diventa amara denuncia sociale. Pollicino ormai adulto vive nell’incubo di non saper ritrovare la via per la sua nuova casa “ L’Osteria da…Alluce”, tanto per sentirsi cresciuto ed importante! E’ la volta di Pinocchio, uno “sfigato”, disagiato per via del lungo naso tanto da provare tenerezza per  Cyrano  , sempre a combattere con personaggi che lo angosciano, il Grillo Parlante,  Buttafuoco, Lucignolo e con Ikea di cui è diventato un “modello testimonial" sottopagato. Arriva anche Cappuccetto Rosso, amica di Biancaneve, famosa drogata, avvelenata non da una mela, ma da una “pera”. Il lupo cattivo, in verità, è un “pedofilo” che le fa le proposte oscene e pensa solo al suo motorino invece di mangiare la nonna che studia all’Università della terza età e dà anche gli esami…un mondo sottosopra , rivoluzionato, dove sono gli…”agnelli i figli de mignotta no i lupi”!  Senza pausa si continua col personaggio (il più amato dall'autore- attore), affetto da iperosmia, esagerata sensibilità dell’olfatto che può dipendere da malattie del sistema nervoso o dalla gravidanza che non sono certo cause ascrivibili a lui, innamorato infelice  del profumo della “ biondina del quinto piano”, perché “ il profumo è lo specchio dell’anima come per gli altri lo sono gli occhi”. Tra tante risate c’è anche il momento del ricordo con una sua composizione poetica dedicata al padre morente in una visione in rima e serena dell’ultimo saluto prima del distacco dalla terra, ma non dal figlio...“devo andareè il primo giorno…posso ritardare?”E dopo avemme fatto stà battuta lui se la rise, fece un gran sospiro,me strizzò l’occhio e disse “ecco, arrivo!”… Ultimo personaggio il Sacerdote moderno che durante i corsi pre matrimoniali cerca di dissuadere i fidanzati a sposarsi, perché “il matrimonio è la prima causa di divorzio”, lui ne sa qualcosa, parla con cognizione di causa, “ha moglie”, ma nessuno lo ascolta , l’unico che lo ha ascoltato è stato il suo…Vescovo! La fine di questo lunghissimo monologo è una filastrocca dello stesso La Ginestra, un inno al teatro e alla vita dell’attore..." Siamo giunti al finale e mi prende un po’ male ... e se a voi non dispiace se son stato capace senza  attender domani basta un batter di mani con affetto e con stima io qui chiudo la rima".     Uno show durato un’ora e mezza, ma che è continuato, ormai chiuso il sipario, con il pubblico come impazzito a sgomitare per farsi fotografare con lui, per fare i complimenti, non certo di rito in questo caso, per chiedere se tornerà a Frosinone con un nuovo spettacolo…potenza della pubblicità un grande attore teatrale e televisivo conosciuto dai più per il suo famoso spot della  De Cecco, tanto da far dire a La Ginestra : “ Una volta per tutte …non so cucinare la pasta!” 


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