FROSINONE IMPAZZISCE PER " MI HANNO RIMASTO SOLO"
Il Teatro è Vita, ricco di sfaccettature , e come nella vita
si ride, si piange, si medita, si ama, si odia….tutte le corde dei sentimenti
sono coinvolte, ma è soprattutto Sogno
quello che Michele La Ginestra, con
il suo “Mi hanno rimasto solo”, ha
condiviso con la platea di TEATRO TRA LE
PORTE di Frosinone nella caldissima, in tutti i sensi, serata di ieri 5 agosto. Un one man show in cui si è prodotto in nove esilaranti monologhi
partendo da un grande di tutti i tempi e dalla sua famosissima canzone “Tanto pe’ cantà”, Ettore Petrolini, e dalla
sua macchietta “Archimede”, l’ubriaco-filosofo,
creata cento anni fa, ma sempre attuale nella sua comicità lunare e futurista
dove parla alla piazza spiegando alla sua maniera l’Italia…le braccia ad arco
sono le Alpi e la Sicilia si trova oltre il suo piede e Siracusa, città di
Archimede appunto, sta proprio in corrispondenza col suo callo…”ecco perché lì fa
sempre callo (caldo)”. Uno spettacolo
che è anche macchina del tempo in cui La Ginestra affronta temi moderni e momenti fanciulleschi, come le favole, in
un ideale filo conduttore che è omaggio alla romanità, alla sua arguzia, al suo
disincanto, ai suoi poeti , uno per tutti Cesare Pascarella con la sua poesia La fondazione di Roma o “Califranco
Fano” ( Franco Califano) e la sua Disperati
pensieri di un impotente… “…Me vie da piagne si te guardo ancora me vie'
quasi da ditte 'na preghiera un tempo andavi avanti come un matto e mo' sei un
po' de pelle da da' ar gatto…” Anche il titolo dello spettacolo è una
citazione-omaggio a Roma tratto dal film Audace
colpo dei soliti ignoti (1960), “M'hanno rimasto solo... 'sti quattro
cornuti!” pronunciata di notte in mezzo a una strada silenziosa da Vittorio
Gassman che ha appena preso una multa da due vigili motociclisti perché non
attraversava sulle strisce pedonali. Continua il lungo monologo, è il momento
del calciatore di Nepi affetto da emorroidi a forza di stare in panchina , un
solo goal a dargli un effimero momento di gloria e pagato con le casse dell’acqua
omonima…amara satira sui compensi stratosferici ai “divi del pallone”! Questa
passerella, nell’ipotetico e onirico teatro- amico che realizza i sogni del
protagonista di poter cambiare personaggio ogni sera regalandogli attrezzerie
di scena, musiche ,copioni, continua con il mondo delle favole (nate dalla penna dell’autore venticinque
anni fa) con Pollicino tenero , ma furbo nel trovare “di notte, nel bosco, al freddo, al gelo, con
la pioggia e anche qualche chicco di grandine….” i sistemi per tornare a casa
con i suoi fratelli dopo l’abbandono dei genitori e qui la satira diventa amara
denuncia sociale. Pollicino ormai adulto vive nell’incubo di non saper
ritrovare la via per la sua nuova casa “ L’Osteria da…Alluce”, tanto per sentirsi
cresciuto ed importante! E’ la volta di Pinocchio, uno “sfigato”, disagiato per
via del lungo naso tanto da provare tenerezza per Cyrano , sempre a combattere con personaggi che lo
angosciano, il Grillo Parlante,
Buttafuoco, Lucignolo e con Ikea di cui è diventato un “modello testimonial" sottopagato. Arriva anche Cappuccetto Rosso, amica di Biancaneve, famosa
drogata, avvelenata non da una mela, ma da una “pera”. Il lupo cattivo, in
verità, è un “pedofilo” che le fa le proposte oscene e pensa solo al suo motorino
invece di mangiare la nonna che studia all’Università della terza età e dà
anche gli esami…un mondo sottosopra , rivoluzionato, dove sono gli…”agnelli i
figli de mignotta no i lupi”! Senza
pausa si continua col personaggio (il più amato dall'autore- attore), affetto da iperosmia, esagerata sensibilità
dell’olfatto che può dipendere da malattie del sistema nervoso o dalla
gravidanza che non sono certo cause ascrivibili a lui, innamorato infelice del profumo della “ biondina del quinto
piano”, perché “ il profumo è lo specchio dell’anima come per gli altri lo sono
gli occhi”. Tra tante risate c’è anche il momento del ricordo con una sua
composizione poetica dedicata al padre morente in una visione in rima e serena
dell’ultimo saluto prima del distacco dalla terra, ma non dal figlio...“devo andare…è il primo giorno…posso ritardare?”E dopo avemme fatto stà battuta lui se la rise, fece un gran sospiro,me strizzò l’occhio e disse “ecco,
arrivo!”… Ultimo personaggio
il Sacerdote moderno che durante i corsi pre matrimoniali cerca di dissuadere i
fidanzati a sposarsi, perché “il matrimonio è la prima causa di divorzio”, lui
ne sa qualcosa, parla con cognizione di causa, “ha moglie”, ma nessuno lo
ascolta , l’unico che lo ha ascoltato è stato il suo…Vescovo! La fine di questo
lunghissimo monologo è una filastrocca dello stesso La Ginestra, un inno al
teatro e alla vita dell’attore..." Siamo giunti al finale e mi prende un po’ male ... e se a voi non dispiace se son stato capace senza attender domani basta un batter di mani con affetto e con stima io qui chiudo la rima". Uno show durato un’ora e mezza, ma che è
continuato, ormai chiuso il sipario, con il pubblico come impazzito a sgomitare
per farsi fotografare con lui, per fare i complimenti, non certo di rito in
questo caso, per chiedere se tornerà a Frosinone con un nuovo
spettacolo…potenza della pubblicità un grande attore teatrale e televisivo conosciuto
dai più per il suo famoso spot della De
Cecco, tanto da far dire a La Ginestra : “ Una volta per tutte …non so cucinare
la pasta!”
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