venerdì 3 febbraio 2017

WALTER VELTRONI A FROSINONE PER I GIOVEDI' DELL'ACCADEMIA



L’Accademia di Belle Arti (ABA) di Frosinone ha aperto, ieri pomeriggio alle ore 16, il suo teatro per accogliere Walter Veltroni che ha inaugurato la quinta edizione dei “Giovedì dell’Accademia”. In questi cinque anni vi sono passati nomi importanti del mondo della cultura, dell’arte, dello spettacolo come Carlo Verdone, Giuliano Montaldo, il regista Matteo Garrone, il pittore Bruno Ceccobelli, il premio Oscar Vittorio Storaro, Micaela Ramazzotti, l’artista Fabrizio Plessi, per citarne solo alcuni. Veltroni, che era stato già ospite dell’ ABA, è tornato per l’incontro: “Gli occhi cambiano” titolo di un suo programma televisivo trasmesso recentemente da Rai Storia. “Sapere, ridere, tifare, amare, immaginare e cantare”: sei verbi- documentari per raccontare come la Rai abbia testimoniato la storia d’Italia. La penna, la macchina da presa e la voce di Veltroni ne  hanno “ricucito”  le trame della memoria. Dopo l’affettuoso saluto all’ospite da parte del Direttore Fiorletta, il Prof. Alberto Dambruoso, docente dell'Accademia, ha iniziato a percorrere la figura di Veltroni. Ex segretario nazionale del Partito Democratico, sindaco di Roma una prima volta nel 2001 poi riconfermato nel 2006, vicepresidente del Consiglio e Ministro per i beni culturali e ambientali del governo Prodi, Veltroni è anche giornalista, scrittore, regista, appassionato conoscitore di musica. Nel 2000 è stato insignito della Legion d’Onore per i risultati ottenuti nella valorizzazione e nel recupero dei beni culturali e del cavalierato di Gran Croce della Repubblica Italiana nel 2005. L’attività giornalistica è, indubbiamente, il prolungamento ideale al padre Vittorio, radiocronista EIAR e poi primo direttore del telegiornale della neo-nata Rai,  morto quando aveva appena un anno e a cui ,nel 2015, il figlio ha dedicato il libro “Ciao”. Veltroni nei suoi documentari e nella sua narrativa ha sempre un occhio rivolto ai temi del “tempo”che definisce un’ossessione e della “memoria” non intesa come nostalgia, bensì come presa di coscienza del vissuto storico, nell’obiettivo di trasmetterlo alle nuove generazioni.  “In passato la Rai ha trasmesso importanti interviste  a grandi celebrità : Chagall, Miró, Ezra Pound, Gropius, Hitchcock, Truman Capote, facendo informazione culturale. Oggi viviamo immersi in un bombardamento mediatico che annulla la nostra memoria, in una sorta di bulimia informativa e in cui le date degli eventi si confondono e si dimenticano.  Siamo schiavi di una gran quantità di notizie spesso anche false che, rimbalzando, si autocertificano”. Questa la lucida e critica analisi di Veltroni sul mondo televisivo attuale, da ciò la sua ricerca della memoria attraverso gli archivi Rai per poter ricostruire la nostra Storia. “Abbiamo bisogno di sapere, di avere anche il dubbio, diffidiamo  da chi non ne ha e che crede di essere il depositario della verità, dobbiamo riuscire a razionalizzare. Penso al film Blade Runner in cui i replicanti sono identici agli umani tranne che per le emozioni di cui sono privi perché non possiedono " la memoria" , evitiamo di diventare i replicanti di noi stessi ". E continua: "noi siamo una generazione di privilegiati rispetto ai nostri genitori e ai nostri nonni che hanno vissuto due conflitti mondiali, eppure siamo una generazione di rabbiosi, di insoddisfatti, di persone cupe”. Continua così l’interessantissimo intervento di Veltroni: “Ci vuole grazia intellettuale anche nei programmi televisivi, perché conta la qualità del prodotto anche a scapito dell’ascolto. La quantità non è sinonimo di qualità, bisogna cercarne il giusto equilibrio a favore del pubblico. Ricordo gli sceneggiati Rai come “I Promessi Sposi”, “L’Iliade”, “L’Odissea” che hanno sicuramente avuto dei meriti sulla divulgazione culturale in un paese che dopo la seconda guerra mondiale aveva un altissimo tasso di analfabetismo. Tempo- memoria- dubbio sono come tre fratelli che si devono prendere per mano”. Un incontro dal contenuto  didattico  che si è concluso con l’omaggio dell’Oscar dell’ABA , una scultura in bronzo raffigurante il particolare della bocca del Davide di Michelangelo, che il direttore Fiorletta consegna a tutti i suoi ospiti . Un pomeriggio che è continuato, per i presenti,  con la proiezione della prima puntata del documentario “Gli occhi cambiano” e che può essere visto, da chi lo avesse perso nella programmazione televisiva, su Rai Play. Prossimo appuntamento di sicuro spessore  sarà giovedì 9 febbraio con Eleonora Danco autrice, regista, attrice  teatrale ne “L’approdo informale”. Secondo step di un calendario fittissimo che continuerà fino a giugno, con la scoperta di altre personalità poliedriche che offriranno il loro contributo umano e culturale all'Accademia di Belle Arti e a Frosinone.



4 Commenti:

Alle 3 febbraio 2017 alle ore 05:38 , Blogger Unknown ha detto...

La mia amica Elena Dandini... eccellente giornalista!❤️

 
Alle 3 febbraio 2017 alle ore 05:40 , Blogger Unknown ha detto...

Grazie carissimo! <3

 
Alle 3 febbraio 2017 alle ore 08:21 , Blogger Unknown ha detto...

Grande Elena...articolo dettagliato....sei una grande giornalista!

 
Alle 3 febbraio 2017 alle ore 08:38 , Blogger Unknown ha detto...

Grazie amica cara!

 

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