WALTER VELTRONI A FROSINONE PER I GIOVEDI' DELL'ACCADEMIA
L’Accademia di Belle Arti (ABA)
di Frosinone ha aperto, ieri pomeriggio alle ore 16, il suo teatro per
accogliere Walter Veltroni che ha
inaugurato la quinta edizione dei “Giovedì dell’Accademia”. In questi cinque
anni vi sono passati nomi importanti del mondo della cultura, dell’arte, dello
spettacolo come Carlo Verdone, Giuliano Montaldo, il regista Matteo Garrone, il
pittore Bruno Ceccobelli, il premio Oscar Vittorio Storaro, Micaela Ramazzotti,
l’artista Fabrizio Plessi, per citarne solo alcuni. Veltroni, che era stato già
ospite dell’ ABA, è tornato per l’incontro: “Gli occhi cambiano”
titolo di un suo programma televisivo trasmesso recentemente da Rai Storia. “Sapere, ridere,
tifare, amare, immaginare e cantare”: sei verbi- documentari per raccontare
come la Rai abbia testimoniato la storia d’Italia. La penna, la
macchina da presa e la voce di Veltroni ne hanno “ricucito” le trame della memoria. Dopo l’affettuoso
saluto all’ospite da parte del Direttore Fiorletta, il Prof. Alberto Dambruoso, docente dell'Accademia, ha iniziato a percorrere la figura di Veltroni. Ex
segretario nazionale del Partito Democratico, sindaco di Roma una prima volta
nel 2001 poi riconfermato nel 2006, vicepresidente del Consiglio e Ministro per
i beni culturali e ambientali del governo Prodi, Veltroni è anche giornalista,
scrittore, regista, appassionato conoscitore di musica. Nel 2000 è
stato insignito della Legion d’Onore per i risultati ottenuti nella valorizzazione
e nel recupero dei beni culturali e del cavalierato di Gran Croce della
Repubblica Italiana nel 2005. L’attività giornalistica è, indubbiamente, il prolungamento ideale al padre Vittorio, radiocronista EIAR e poi primo
direttore del telegiornale della neo-nata Rai, morto quando aveva appena un anno e a cui ,nel 2015, il figlio ha dedicato il libro “Ciao”. Veltroni nei suoi documentari e nella sua
narrativa ha sempre un occhio rivolto ai temi del “tempo”che definisce un’ossessione e della “memoria” non intesa come nostalgia, bensì come presa di coscienza del
vissuto storico, nell’obiettivo di trasmetterlo alle nuove generazioni. “In passato la Rai ha trasmesso importanti
interviste a grandi celebrità : Chagall,
Miró, Ezra Pound, Gropius, Hitchcock, Truman Capote, facendo informazione
culturale. Oggi viviamo immersi in un bombardamento mediatico che annulla la
nostra memoria, in una sorta di bulimia informativa e in cui le date degli
eventi si confondono e si dimenticano.
Siamo schiavi di una gran quantità di notizie spesso anche false che, rimbalzando,
si autocertificano”. Questa la lucida e critica analisi di Veltroni sul mondo
televisivo attuale, da ciò la sua ricerca della memoria attraverso gli archivi
Rai per poter ricostruire la nostra Storia. “Abbiamo bisogno di sapere, di
avere anche il dubbio, diffidiamo da chi non ne ha e che crede di
essere il depositario della verità, dobbiamo riuscire a razionalizzare. Penso al film Blade Runner in cui i replicanti sono identici agli umani tranne che per le
emozioni di cui sono privi perché non possiedono " la memoria" , evitiamo di diventare i
replicanti di noi stessi ". E continua: "noi siamo una generazione di privilegiati rispetto ai
nostri genitori e ai nostri nonni che hanno vissuto due conflitti mondiali,
eppure siamo una generazione di rabbiosi, di insoddisfatti, di persone cupe”. Continua così l’interessantissimo intervento di
Veltroni: “Ci vuole grazia intellettuale anche nei programmi televisivi, perché
conta la qualità del prodotto anche a scapito dell’ascolto. La quantità non è
sinonimo di qualità, bisogna cercarne il giusto equilibrio a favore del pubblico.
Ricordo gli sceneggiati Rai come “I Promessi Sposi”, “L’Iliade”, “L’Odissea”
che hanno sicuramente avuto dei meriti sulla divulgazione culturale in un paese
che dopo la seconda guerra mondiale aveva un altissimo tasso di analfabetismo.
Tempo- memoria- dubbio sono come tre fratelli che si devono prendere per mano”. Un incontro dal contenuto didattico che si è concluso con l’omaggio dell’Oscar dell’ABA , una scultura in
bronzo raffigurante il particolare della bocca del Davide di Michelangelo, che
il direttore Fiorletta consegna a tutti i suoi ospiti . Un pomeriggio
che è continuato, per i presenti, con la
proiezione della prima puntata del documentario “Gli occhi cambiano” e che può
essere visto, da chi lo avesse perso nella programmazione televisiva, su Rai Play. Prossimo
appuntamento di sicuro spessore sarà giovedì 9 febbraio con Eleonora Danco autrice,
regista, attrice teatrale ne “L’approdo
informale”. Secondo step di un calendario fittissimo che continuerà fino a giugno, con la scoperta di altre personalità poliedriche che offriranno il loro contributo umano e culturale all'Accademia di Belle Arti e a Frosinone.
4 Commenti:
La mia amica Elena Dandini... eccellente giornalista!❤️
Grazie carissimo! <3
Grande Elena...articolo dettagliato....sei una grande giornalista!
Grazie amica cara!
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