martedì 15 novembre 2016

ELIO VOLPARI: UN FASHION DESIGNER A VEROLI



Un’altra voce si aggiunge al “coro” delle interviste per il Premio Art-e, questa volta è la voce “colorata” di un fashion designer: ELIO VOLPARI.  Cinquantenne ciociaro con la passione della moda, da sempre, ed una grande capacità con la matita e l’acquerello nel creare bozzetti per elegantissime coutures. Vive a Roma dove si è diplomato all’Accademia di Moda e Costume nel  1986 e dove ha insegnato fashion design presso l’ Accademia Mariotti ed in vari istituti statali. Coinvolto nell’evento collaterale   "Arte-e & Moda", in sinergia con Monica Pavia,  ne ha realizzato i figurini e i tableaux. Il termine moda deriva dal latino modus, che significa maniera, norma, regola ed è sempre stata l’espressione più immediata dell’epoca corrente. La moda nell’accezione moderna del termine è nata a Parigi e Volpari , infatti, si è inizialmente avvicinato, nel suo percorso creativo, al “segno” francese ( Balenciaga, Yves Saint Laurent) . Per decenni la moda d’oltralpe ha dettato le sue regole finché non è esploso il “Made in Italy” intorno agli anni ’80 del Novecento. Il successo della moda italiana in questo periodo derivò anche da abili strategie di marketing. Milano ne strappò il primato di capitale a Firenze e a Roma. L'ideale di bellezza femminile si ispirò alla donna sportiva e snella, muscolosa e ambiziosa, di successo sia nel privato che nel pubblico. Diventarono famosi stilisti come Giorgio Armani, Ottavio Missoni, Gianfranco Ferrè, Gianni Versace, Krizia, Dolce & Gabbana. Ma tra tutti svetta, da sempre, Valentino Garavani, vera icona dell’eleganza e creatività italiane e  di cui Volpari, è un grande estimatore ritenendolo più “il sarto” che lo stilista perchè “sa creare un abito direttamente sul manichino”.  Suoi grandi amori anche Capucci, Sarli e Armani “per il suo modo di far apparire la donna più essenziale e contemporanea”. “ In Italia siamo riusciti a dare il gusto, quella particolarità, quell’ingegno,  un quid ulteriore rispetto alla Francia che conserva una grande sartorialità, mentre noi possediamo in più la creatività progettuale”. Tante epoche sono nelle sue corde, su tutte “gli anni ruggenti”, i favolosi anni ’20 “per la frivolezza, la velocità, in cui nacque una vera rivoluzione nel modo di vestire la donna che diventa androgina, moderna, ma l’epoca che ha esaltato maggiormente la donna nella sua femminilità sono stati gli anni ’40 che l’hanno resa molto glamour”.  “Se si studia la storia del costume si può notare che l’arte, l’architettura, nei secoli,  hanno fortemente influenzato la moda  traendone fonte di ispirazione.  Ai giorni nostri c’è molta più duttilità, libertà nel vestire,  ma a discapito dell’eleganza” . Volpari per i suoi bozzetti –omaggio si ispira all’arte di grandi come De Chirico, Dalì, Frida Kahlo, Paul Klee, Yves Klein, ma il suo sogno sarebbe quello di  creare una collezione ispirata ai lavori della pittrice messicana perché “  sensuale, con i suoi colori forti, passionali, sanguigni ispirati alla natura”.  Adora Dalì per la sua eccentricità , “penso alla sua collaborazione  con la stilista Elsa Schiaparelli  ed i cappelli che disegnò per le sue collezioni, uno tra tutti il  celebre cappello-scarpa .” “Per ideare un figurino vado negli empori di tessuti e toccando una stoffa particolare si accende quella lampadina che darà l’imput per la creazione dell’abito”. Predilige il verde in tutte le sue sfumature ed i colori dei paesaggi autunnali, caldi e naturali. Anche riguardo le correnti artistiche ama particolarmente l’Art Nouveau, il Liberty floreale” per la stilizzazione degli elementi  legati alla natura  che hanno caratterizzato anche l’arredamento”. Un incontro piacevole all’insegna di un’arte effimera, ma pur sempre arte, che ben si inserirà all’interno del contest di arti visive contemporanee di Veroli.







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