ELIO VOLPARI: UN FASHION DESIGNER A VEROLI
Un’altra voce si aggiunge al “coro”
delle interviste per il Premio Art-e, questa volta è la voce “colorata” di un
fashion designer: ELIO VOLPARI.
Cinquantenne ciociaro con la passione della moda, da sempre, ed una grande
capacità con la matita e l’acquerello nel creare bozzetti per elegantissime
coutures. Vive a Roma dove si è diplomato all’Accademia di Moda e Costume
nel 1986 e dove ha insegnato fashion
design presso l’ Accademia Mariotti ed in vari istituti statali. Coinvolto nell’evento
collaterale "Arte-e & Moda", in sinergia con
Monica Pavia, ne ha realizzato i
figurini e i tableaux. Il termine moda deriva dal latino modus, che significa
maniera, norma, regola ed è sempre stata l’espressione più immediata dell’epoca
corrente. La moda nell’accezione moderna del termine è nata a Parigi e Volpari
, infatti, si è inizialmente avvicinato, nel suo percorso creativo, al “segno”
francese ( Balenciaga, Yves Saint Laurent) . Per decenni la moda d’oltralpe ha
dettato le sue regole finché non è esploso il “Made in Italy” intorno agli anni
’80 del Novecento. Il successo della moda italiana in questo periodo derivò
anche da abili strategie di marketing. Milano ne strappò il primato di capitale
a Firenze e a Roma. L'ideale di bellezza femminile si ispirò alla donna
sportiva e snella, muscolosa e ambiziosa, di successo sia nel privato che nel
pubblico. Diventarono famosi stilisti come Giorgio Armani, Ottavio Missoni,
Gianfranco Ferrè, Gianni Versace, Krizia, Dolce & Gabbana. Ma tra tutti
svetta, da sempre, Valentino Garavani, vera icona dell’eleganza e creatività
italiane e di cui Volpari, è un grande
estimatore ritenendolo più “il sarto” che lo stilista perchè “sa creare un
abito direttamente sul manichino”. Suoi
grandi amori anche Capucci, Sarli e Armani “per il suo modo di far apparire la
donna più essenziale e contemporanea”. “ In Italia siamo riusciti a dare il
gusto, quella particolarità, quell’ingegno,
un quid ulteriore rispetto alla Francia che conserva una grande sartorialità,
mentre noi possediamo in più la creatività progettuale”. Tante epoche sono
nelle sue corde, su tutte “gli anni ruggenti”, i favolosi anni ’20 “per la
frivolezza, la velocità, in cui nacque una vera rivoluzione nel modo di vestire
la donna che diventa androgina, moderna, ma l’epoca che ha esaltato
maggiormente la donna nella sua femminilità sono stati gli anni ’40 che l’hanno
resa molto glamour”. “Se si studia la
storia del costume si può notare che l’arte, l’architettura, nei secoli, hanno fortemente influenzato la moda traendone fonte di ispirazione. Ai giorni nostri c’è molta più duttilità,
libertà nel vestire, ma a discapito
dell’eleganza” . Volpari per i suoi bozzetti –omaggio si ispira all’arte di
grandi come De Chirico, Dalì, Frida Kahlo, Paul Klee, Yves Klein, ma il suo
sogno sarebbe quello di creare una
collezione ispirata ai lavori della pittrice messicana perché “ sensuale, con i suoi colori forti, passionali,
sanguigni ispirati alla natura”. Adora
Dalì per la sua eccentricità , “penso alla sua collaborazione con la stilista Elsa Schiaparelli ed i cappelli che disegnò per le sue
collezioni, uno tra tutti il celebre
cappello-scarpa .” “Per ideare un figurino vado negli empori di tessuti e
toccando una stoffa particolare si accende quella lampadina che darà l’imput
per la creazione dell’abito”. Predilige il verde in tutte le sue sfumature ed i
colori dei paesaggi autunnali, caldi e naturali. Anche riguardo le correnti
artistiche ama particolarmente l’Art Nouveau, il Liberty floreale” per la
stilizzazione degli elementi legati alla
natura che hanno caratterizzato anche l’arredamento”.
Un incontro piacevole all’insegna di un’arte effimera, ma pur sempre arte, che
ben si inserirà all’interno del contest di arti visive contemporanee di Veroli.
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