WOLFGANG LEIBNITZ ENTUSIASMA TERRACINA
Con l’appuntamento di stasera, al Santuario della Delibera
di Terracina, siamo giunti alla vigilia della conclusione di una Settimana Mozartiana veramente perfetta
per organizzazione e contributi musicali. Un appuntamento particolarmente
importante che vede protagonista un pianista di fama internazionale, Wolfgang Leibnitz ( Meerane, Sassonia, 1936, ha iniziato a studiare il pianoforte a sei
anni e si è esibito pubblicamente a undici. Ha acquisito la maestria della
tastiera dal suo maestro Claudio Arrau
di cui è stato per anni il pupillo, i critici lodano la sua "genialità
pianistica e maturità musicale", la sua "grande naturalezza" e
"tutta la sua perfezione tecnica”. Dal 1961 vive a Monaco di Baviera, il suo
repertorio comprende l'intera gamma della letteratura pianistica compresa
quella contemporanea, è esemplare interprete di Debussy e Mozart . Nel 1988 ha fondato il Trio
Leonardo. I tour di concerti come solista, accompagnatore e musicista da
camera, lo hanno portato in molti paesi europei, in Sud America e Arabia Saudita. E’ membro del
complesso, come solista, della
Filarmonica di Monaco). Un breve saluto,
prima del concerto, del Presidente
dell’AMI di Terracina, M° Bruno Di
Girolamo, che ha voluto ringraziare anzitutto i Padri Cappuccini che così
gentilmente e pazientemente hanno messo a disposizione delle serate musicali la
loro chiesa, le persone che hanno dato il loro contributo alla riuscita dei
concerti e convegni, i musicisti che si
sono succeduti nelle varie serate e i compositori che con la loro musica
immortale hanno permesso la realizzazione di tutto ciò. Il programma non prevedeva solo Mozart,
anche Haydn, Chopin e Ravel, diversissimi tra loro , ma legati dall’eccellenza pianistica. La Sonata in mi bemolle
maggiore n.59 Hob.XVI/49 ( Allegro non
troppo - Adagio e Cantabile-Tempo di minuetto) , fu composta (1789-1790) da
Haydn per Marianne von Genzinger ,
la moglie del medico della famiglia Esterházy nella quale egli prestava
servizio come compositore e kapellmeister. La sua parabola creativa abbraccia
circa mezzo secolo avendo come punto di partenza le tradizioni vocali e
strumentali del tardobarocco austriaco e tedesco da cui si allontanerà
progressivamente per compiere una sintesi originalissima che sfocerà nella
creazione della sinfonia e quartetto moderni , gettando così le basi per il
classicismo musicale. La Sonata n. 59
condivide un certo stile intimo con altri lavori composti per la von Genzinger
, con la quale iniziò, nel 1789, una relazione platonica assai intensa, è considerata una delle sue più belle sonate
le quali avranno una visibile influenza su Beethoven. Da un inizio brillante e
vivace e assai difficile tecnicamente (Allegro non troppo) si passa al
movimento centrale (Adagio e cantabile) facilmente riconoscibile dalla sua idea
melodica che nella parte centrale assume accenti drammatici, il minuetto finale
è più sviluppato rispetto ai canoni tradizionali. E’ la volta del “padrone di
casa” con la sua Fantasia in do
minore K. 475 (1785) che è la quarta ed ultima delle sue composizioni
consimili scritte nello stile dell’improvvisazione. Un inizio con l’Adagio dal tema misteriosamente interrogativo come un minaccioso addensarsi di
nubi che racchiude una sorprendente concezione sinfonica della scrittura pianistica; l’Allegro
irrompe all’improvviso con il suo tema agitato per poi mutare in un tono
galante dai deliziosi arpeggi; l’Andantino
è aperto da un’idea semplice e graziosa che assume gradatamente toni sempre più
gravi e patetici per sfociare nel Più
Allegro finale dalle tonalità dell’allegro
precedente.
Breve intervallo e la musica riparte da F. Chopin (1810-1849) uno dei grandi maestri della musica
romantica, definito “poeta del pianoforte”, egli inventò la forma musicale nota
come ballata strumentale e apportò innovazioni ragguardevoli alla sonata per
pianoforte, alla mazurca, al valzer, al notturno, alla polonaise, allo studio,
all'improvviso, allo scherzo e al preludio. Il M° Leibnitz ha proposto la Sonata
n.2 in si bemolle minore op. 35 (Grave:
Doppio movimento-Scherzo-Marcia funebre: Lento-Finale: Presto). La Sonata nata intorno alla Marcia funebre, che ne
costituisce il terzo movimento, fu composta già nel 1837. In una lettera a
Fontana dell'agosto del 1839 da Nohant, Chopin scrive: “Sto componendo una
Sonata in si bemolle minore in cui si troverà la Marcia funebre che tu già
conosci. C'è un Allegro, poi uno Scherzo in mi bemolle minore e, dopo la
Marcia, un piccolo finale, non molto lungo - tre pagine della mia scrittura -
in cui la mano sinistra chiacchiera all'unisono con la mano destra” ,la Marcia
funebre, dunque, non è solamente il fulcro emozionale della Sonata e la sua pagina
più celebre, è l'anima e il senso stesso
dell'intera composizione. La conclusione è affidata a M. Ravel (1875- 1937), il cui brano più celebre per orchestra è
certamente il Boléro, molto nota è anche l'orchestrazione,
realizzata nel 1922, dei Quadri di un'esposizione di Modest Mussorgsky. Egli
stesso descrisse il suo Boléro come "una composizione per orchestra senza
musica". Le orchestrazioni di Ravel sono da apprezzare in modo particolare
per l'utilizzo delle diverse sonorità e per la complessa strumentazione. Ravel
fu influenzato non solo da Debussy, ma anche dalla musica russa e spagnola, e
dal jazz degli Stati Uniti, è considerato impressionista al pari di Debussy. Quando
il compositore statunitense George Gershwin incontrò Ravel, gli parlò del
desiderio di studiare, se possibile, con lui e quest'ultimo rispose:
"Perché dovresti essere un Ravel di secondo livello quando puoi essere un
Gershwin di primo livello? Il suo Ondine, da Gaspard de la nuit, è il pezzo che conclude la serata.
Quando si parla di Gaspard de la nuit, ogni pianista si spaventa: non solo per
l’atmosfera terrificante e surreale che Ravel riesce ad evocare, ma anche, e
soprattutto, per l’estrema difficoltà
tecnica richiesta all’esecutore, tanto che il brano è considerato fra le pagine
in assoluto più impegnative di tutto il repertorio pianistico. Ispirata
all’omonima raccolta di Aloyisius Bertrand, poeta maledetto fra i principali
ispiratori di Charles Baudelaire. Ondine nel poema è una sirena che,
rivolgendosi ad un uomo, gli descrive, cantando, il suo mondo fantastico,
tentando di sedurlo. Quando poi egli le risponde che ama una donna mortale, la
creatura dapprima piange, poi scoppia a ridere e si dissolve nel nulla. Ravel
coglie l’atmosfera misteriosa e oscura del poema, e sviluppa all’interno del
brano i suoi personaggi. La composizione inizia con una serie di accordi
ripetuti molto velocemente e in una sonorità misteriosa, oscura e “acquatica”,
figurazione che sarà la base di tutto il brano e che ben richiama all’
immaginazione dell’ascoltatore i “tetri raggi della luna”, la “bella notte
stellata” e il “bel lago dormiente” descritti nel poema. Un brano di forte
impatto emotivo ed evocatico che Leibnitz è riuscito perfettamente a
trasmettere al pubblico. Interprete di grande personalità e dall’ottimo
controllo del suono ad ogni esecuzione egli si è calato nello spirito dei
compositori con estrema duttilità, perfezione tecnica e suono cristallino
dimostrando che l’esercizio musicale mantiene giovani nello spirito e nel
fisico. Applausi calorosissimi ad un “giovane anziano” della tastiera e un bis
scintillante con uno Studio di Chopin!
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