I SOLISTI DEL SAN CARLO EMOZIONANO TERRACINA
Dal Santuario della Madonna della Delibera di Terracina è
decollata, sabato 9 maggio alle ore 20,30, la SETTIMANA MOZARTIANA 2015.
Un Santuario che ha origini antiche ed è noto per custodire un’immagine sacra della
Madonna con Bambino molto venerata dai fedeli, immagine che è esposta nello stesso
luogo da oltre otto secoli mentre precedentemente era custodita in una piccola
edicola rurale. Di impianto ottocentesco la chiesa sarà uno dei luoghi dove si
svolgeranno i concerti e i convegni in
onore e ricordo del grande salisburghese. Il 9 maggio è una data storica per
Terracina poiché è accertato che i Mozart padre e figlio vi trascorressero la
notte del 1770 in attesa di ripartire per la destinazione di Napoli e, in virtù di ciò, è stato scelto come punto di partenza dei
concerti organizzati dall’AMI ( Associazione Mozart Italia) che da due anni,
sta operando per la diffusione della musica mozartiana soprattutto in ambito
giovanile, organizzando concerti nelle scuole per avvicinare sempre più i
ragazzi all’ascolto della musica classica. Coerentemente con la scelta della
data anche la scelta dei concertisti è stata dettata dal ricordo del viaggio
mozartiano in terra italica e se egli si recò a Napoli, questa sera Napoli è
giunta a Terracina rappresentata dai SOLISTI
DEL SAN CARLO ( Daniele Baione violino, Giuseppe Navelli violino, Filippo Dell’Arciprete
viola, Aurelio Bertucci violoncello,
Giuseppe Romito oboe).
A presentare il programma della serata il Prof. Carmelo
Palella che ha introdotto i presenti al percorso del viaggio dei Mozart attraverso la proiezione
di immagini e all’ascolto con la lettura critica e storica dei brani in esecuzione
: il Quartetto n.30 KV 370 in Fa Maggiore per oboe (1781) e il
Quintetto KV 581 in La Maggiore “Stadler” per clarinetto (1789).
Il Quartetto per oboe fu composto da Mozart a Monaco di
Baviera nel 1781 per Friedrich Ramm, uno
dei maggiori oboisti del suo tempo la cui bellezza, rotondità, morbidezza e
chiarezza di suono dissiparono i dubbi del compositore circa la sonorità troppo nasale
dello strumento al quale il salisburghese preferì comunque sempre il
clarinetto. Nella forma tripartita il quartetto si apre con l’Allegro in cui l’oboe
predomina in tutta la pagina seguito dall’Adagio in re minore, breve ma assai
concentrato nel potere espressivo e il Rondò finale giocato sugli incastri
ritmici fra l'oboe e gli archi, un'eleganza dal gusto francese che ne fanno un capolavoro di
scrittura cameristica. L’oboe del M°
Romito ha eguagliato, se non superato, tutte le emozionanti qualità del suo
predecessore settecentesco.
Nel brano successivo fa il suo ingresso nell’organico il M° Di Girolamo, Presidente dell’AMI di
Terracina. Allievo del M° Fernando Gambacurta presso il
Conservatorio di S. Cecilia in Roma e tecnica orchestrale con F. Ferrara a
Venezia. Ha effettuato tournèes in tutto il mondo con “I Virtuosi di Roma”, è
stato primo clarinetto solista nell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino,
Orchestra Regionale Toscana, le prestigiose Orchestre della RAI: Milano, Roma,
Alessandro Scarlatti di Napoli, nonché dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale
di S. Cecilia e recentemente del Teatro S. Carlo di Napoli, collaborando con i
più celebri direttori d’orchestra del nostro tempo: Muti, Pretre, Aronovitch,
Bernstein, Giulini, Sinopoli, Sawallisch, Markevitch, Previtali, Zecchi, Zoltan
Pesko, Patanè, Vittorio Gui, Gavazzeni, Freccia, Lorin Maazel, Daniel
Oren, ed altri. Musicista scrupoloso,
dotato di una tecnica virtuosistica non comune, si è specializzato nel repertorio
per clarinetto dal periodo classico fino al ‘900 storico esibendosi come
solista e in formazioni cameristiche presso importanti Istituzioni Musicali in
Italia e all’Estero: Germania, Francia, Inghilterra, Belgio, Giappone, USA….E’
il fondatore e direttore artistico anche dell’Associazione Anxur Musica.
Il Quintetto per clarinetto e archi K. 581 fu terminato di
comporre nel settembre 1789 a Vienna, in
un periodo di gravi difficoltà economiche per Mozart, nonostante l'anno
precedente avesse scritto le tre grandi sinfonie K. 543, K. 550 e K. 551(Jupiter),
“Sono in condizioni che non augurerei al mio peggior nemico” - scrive Mozart ,
ma niente di quella tristezza e
disperazione si avverte nel suo lavoro che egli chiamò Stadler-Quintett,
perché composto per l'abilissimo clarinettista Antonio Stadler. Usato per la
prima volta in tutta la sua estensione, il suono del clarinetto, morbido,
sensuale, agile e melodioso, si mescola con la dolcezza degli archi, creando
una serena atmosfera primaverile, espressione di una superiore visione
dell'arte, ma è soprattutto nel larghetto che emerge il canto elegiaco del solista
trasmettendo nell’ ascolto tutta la “tenerezza della voce di Dio”,L'Allegretto
finale è formato da un tema in tempo di marcia, cui seguono cinque variazioni
in un fresco alternarsi di giochi timbrici tra gli archi e il clarinetto. Inutile
spendere parole sulla bravura e coesione dei Solisti, sarebbero inadeguate rispetto alle
forti emozioni di cui hanno pervaso tutto l’ambiente, i prolungati e calorosissimi applausi sono stati più eloquenti
di ogni commento verbale. La citazione di Torquato Tasso “ La musica è una delle vie per le quali
l'anima ritorna al cielo" mai come in questo caso fu più appropriata!
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