Terzo appuntamento, ieri alle 18, all’Auditorium “Daniele
Paris” di Frosinone con NUOVI INTERPRETI IN CONCERTO e che ha visto protagonisti
: CRISTIANO VECCHI e MANUEL CARUSO.
Entrambi allievi del Conservatorio “Licinio Refice” del
capoluogo ciociaro, entrambi laureati alla Sapienza, entrambi giovani promesse
del pianoforte. Un programma legato alla musica del Novecento e dell’Ottocento ampiamente illustrato dalla Prof.ssa Elisa Petone coordinatrice del progetto. Programma
quanto mai impegnativo per la difficoltà dei brani scelti degni di musicisti
con grande bagaglio di esperienza interpretativa. La prima parte del concerto
ha avuto come protagonista assoluto Dmitri Shostakovich, eseguito da Cristiano
Vecchi, e la sua Sonata n.2 op.61, dedicata alla prematura scomparsa del suo
maestro Leonid Nikolayev e composta tra il 1942 e il 1943. Una sonata
tripartita (Allegretto- Largo- Moderato, Allegro non troppo) che si ascolta
raramente nelle sale da concerto. Influenzata dal genere sinfonico , risente
dell’eredità di Beethoven, Schubert, Bruckner,
Tchaikovsky , Mahler e della drammaticità del periodo bellico in cui fu
composta. Nella seconda parte alla tastiera Manuel Caruso con brani di grande
virtuosismo ad iniziare dalla trascrizione di Ferruccio Busoni, per pianoforte,
della Ciaccona ,per violino, di Bach. Nel trascrivere la "Ciaccona",
Busoni si ispira al virtuosismo violinistico con l’intento di dimostrare come
il linguaggio e lo stile di Bach potessero esser elaborati su uno strumento
così diverso dal violino, come il pianoforte per l'appunto, valorizzando
l’armonia e la polifonia del pezzo originario. Si prosegue con la Ballata n.2
op. 38 di Chopin scritta tra il 1836 e il 1839 e dedicata a Robert Schumann che in precedenza gli aveva
dedicato la sua Kreisleriana. Genere inventato dal musicista polacco in quanto fino a quel momento le ballate erano
concepite per voce e strumento. La prima parte della composizione ha un
carattere pacatamente narrativo che si evolve drammaticamente nella seconda
parte fino al tragico epilogo. Le ultime note del concerto sono quelle delle
Variazioni su un tema di Paganini op.35 di Johannes Brahms del 1836 tratte dal
Capriccio n. 24 per violino. Al suo
apparire l'opera fu molto discussa anche da parte dei sostenitori di Brahms, compresa
la stessa Clara Schumann; ad alcuni parve infatti una mera esibizione di
virtuosismo tecnico fine a se stesso, non sorretta da una reale necessità
espressiva. In realtà Brahms intendeva la sua opera come una riflessione sul
significato storico della ricerca condotta a suo tempo da Paganini, una ricerca che aveva come oggetto
innanzitutto la sonorità strumentale, più che l'armonia, la forma o
l'invenzione tematica. Lunghi e
calorosissimi applausi per i giovani e promettenti interpreti che hanno dimostrato
di padroneggiare con sicurezza la tastiera. Il prossimo appuntamento con “Nuovi
interpreti in concerto” a marzo per scoprire altri talenti del Refice.