giovedì 30 aprile 2015

OMAGGIO DI FROSINONE A NINO MANFREDI




Il valore di Nino Manfredi nel panorama della cinematografia italiana e internazionale è indiscusso e pur avendo per certi versi contribuito a creare il clichè del ciociaro “burinotto e ignorante” con la sua macchietta del "barista di Ceccano", la cui battuta "Fusse ca fusse la vorta bbona" divenne subito un tormentone, la sua terra gli rende omaggio con un concerto ( 30 APRILE ORE 18)  alla Villa Comunale di Frosinone  intitolato: Music Movies “ Omaggio a Nino Manfredi” nell' ambito della manifestazione CINEMA E CIOCIARIA .
Nato a Castro dei Volsci nel 1921, quando ancora era provincia di Roma, da famiglia modestissima , non rinnegò mai le sue origini a differenza di Marcello Mastroianni, altro ciociaro d.o.c. ,  sempre più restio a parlarne.  Manfredi non fu solo attore, ma  regista, sceneggiatore, doppiatore, scrittore e cantante. Laureato in Giurisprudenza, per accontentare la famiglia, si diplomò  all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica di Roma per la quale sentiva la vera vocazione. Esordisce in palcoscenico con la Compagnia Maltagliati-Gassman al Teatro Piccolo di Roma nel 1947 per trasferirsi l’anno successivo al Piccolo Teatro di Milano sotto la regia di Giorgio Strehler. Poliedrico nelle sue scelte artistiche, Manfredi passava con estrema disinvoltura dal teatro impegnato, alla rivista, dalla commedia musicale, alla televisione ( storica la sua Canzonissima  con Delia Scala e Paolo Panelli). Ma il Cinema è quello che ci lega di più, nel ricordo,  alla sua figura di grande attore comico (Totò, Peppino e la... malafemmina;  Carmela è una bambola;  Audace colpo dei soliti ignoti; Straziami ma di baci saziami…per citarne solo alcuni)  e drammatico (In nome del Papa Re; C'eravamo tanto amati;  Pane e cioccolata;  Café Express ). Nell’immaginario collettivo il suo volto rimane indelebilmente legato a quello di Geppetto  nello sceneggiato televisivo “Le avventure di Pinocchio” di Luigi Comencini che lo scelse per “la sua umanità capace di farlo parlare con un ceppo di legno”. I riconoscimenti alla sua carriera sono numerosissimi: nove David di Donatello; sette Nastri d’Argento; quattro Globi d’oro; tre Grolle d’oro,  inoltre Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana e Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Il concerto rientra in un programma più ampio e articolato volto a coinvolgere le scuole, attraverso la proiezione di film,  per far conoscere ed apprezzare maggiormente la figura del grande ciociaro anche ai giovanissimi, un’iniziativa che è nata otto anni fa grazie a  “L’associazione società del cinema Nino Manfredi” di cui è presidente Gianluca Volpari  coadiuvato dal suo vice l’avvocato Nicandro D’Angelo responsabile dei contatti con gli enti  amministrativi. L’omaggio a Manfredi  è servito come occasione per una carrellata, temporale ed emozionale,  delle più famose musiche da film italiane e straniere, melodie che hanno fatto la storia del Cinema e diventate ormai brani classici e universalmente conosciuti.   I grandissimi della composizione di colonne sonore si sono alternati in circa due ore di ascolto e sono stati presentati con la consueta simpatia e professionalità, nella dovizia di informazioni, da Luigi Di Tofano: Vangelis (Conquista del Paradiso); Rota ( Amarcord e Valzer brillante dal Gattopardo); Morricone ( medley dai suoi più noti Western all’italiana); Kenneth Alford (Colonel Bogey March dal film Il ponte sul fiume Kway);  medley dai cartoons americani; il tema principale e distintivo dei film di James Bond; Bill Conti (Gonna Fly Now da Rocky 1). Ultimo ascolto, non per importanza, Tanto pe’ cantà, di Ettore Petrolini (musica) e Alberto Simeoni (testo ), un piccolo gioiello della canzone dialettale che trova il culmine con l'interpretazione di Nino Manfredi che, calandosi da "attore" nella parte del personaggio, l'ha trasformata in un "atto" unico di teatro, limitandosi a cambiare la parola rincojoniva con rintontoniva ("sennò all'estero non capivano", disse scherzosamente Manfredi in un'intervista), diventando così un suo segno riconoscitivo.
L’orchestra che senza interruzioni ha eseguito tutti i brani di questo programma è  stata la Wind Orchestra Musikè diretta dal M° Fabio Cipriani e dal suo vice M° Amedeo Maggi.   Nata un anno fa come completamento naturale dell’Associazione Musikè  è composta nella quasi totalità da giovani diplomati al Conservatorio di Frosinone Licinio Refice e deve il suo nome alla civiltà ellenica in cui il termine mousikè si riferiva ad un ampio circolo di discipline artistiche come la musica, la tragedia, il canto e la letteratura che essendo ritenute sacre venivano eseguite quasi  esclusivamente  nelle feste religiose ed erano destinate ai ceti più elevati della società.  Tale associazione è nata con lo scopo di continuare a diffondere e sensibilizzare le persone , soprattutto le nuove generazioni alle discipline artistiche, promuovendo incontri culturali e diffondendo l’insegnamento della musica attraverso corsi con cui si autofinanzia . Seppur giovane  grazie all’impegno del M° Cipriani  fondatore e direttore artistico, del presidente Antonella Montini,  del responsabile amministrativo Danilo Quattrini e alla collaborazione dei Maestri Amedeo Maggi e Danilo Raponi, si sta cominciando ad imporre nel panorama culturale locale con eventi  come “Voci del Natale”, “Rassegna dei cori liturgici”, “Concerto dell’Epifania” e “Note della memoria” sulla Shoa. Per la bravura e il forte impegno, anche sociale, degli orchestrali e del loro Direttore è auspicabile che i prossimi concerti vengano eseguiti in ambienti più consoni al suo nutrito organico, per valorizzare la timbrica e l’acustica delle esecuzioni. L’augurio di chi scrive è che La Wind Orchestra Musikè possa varcare i confini locali ed affermarsi a livelli nazionali ed internazionali come il più  famoso conterraneo a cui ha riservato il doveroso tributo.


mercoledì 29 aprile 2015

PROGETTI PER UN SOGNO




La MUSICA accompagna l’uomo dalla notte dei tempi , è il linguaggio universale per eccellenza e si conforma alle varie epoche in un continuo divenire.
Nell’epoca della multimedialità anche la musica si adegua e dallo storico vinile, oggetto ormai di culto, si è approdati a quella ascoltabile e scaricabile tramite web. Due progetti di questo tipo sono : FOR A DREAM((2013 edito APbeat) e FOR A DREAM MEDITATION (2014 edito APbeat) nati dalla collaborazione tra Leonardo D’Angelo (percussionista) e  Massimo Testa (pianista) e dall’esigenza di suonare in modalità strumentale dopo anni di performances in band con voce solista.
 I due dischi nascono da un’idea di partenza che si basa sulla sezione ritmica composta dal pianoforte di Massimo Testa, le percussioni di Leonardo D’Angelo e il basso di Andrea Amati  tutti professionisti della musica con curricula di prim’ordine,  in azione sinergica, per FOR A DREAM MEDITATION, con Marcello Allulli al sax, Caterina Palazzi al contrabbasso e Loredana Marcone alla voce.
Due progetti musicali diversi e complementari , nel primo una commistione di sonorità che vanno dal funk , al blues, al jazz in un impianto anni ’70 riconducibile alla voce di sottofondo dell’organo Hammond; nel secondo la musica si stempera, acquisendo toni soft da relaxing music con intermezzi di sapore celtico.

Un ascolto da non perdere per chi ama la musica di qualità e artigianalità ad alti livelli.

domenica 26 aprile 2015

L'ORCHESTRA DA CAMERA DI FROSINONE ALLA SALA DELLA RAGIONE DI ANAGNI

Frosinone e provincia stanno vivendo dal punto di vista culturale e musicale un vero risveglio, con un fiorire di iniziative volte a rendere qualitativamente migliore la vita intellettuale dei cittadini. Nuove associazioni, mostre di pittura, stagioni teatrali, concerti e nuovi organici orchestrali stanno dando linfa vitale ad un territorio per troppi anni silente. Proprio un organico orchestrale, di recentissima costituzione, si è esibito il 26 aprile alle 18 nella medievale cornice della Sala della Ragione del Comune di Anagni: L’ORCHESTRA DA CAMERA DELLA CITTA’ DI FROSINONE. Un programma cameristico  tra ‘700 e ‘800 con eccezione per  L’Ave Maria di Astor Piazzolla.
Apre il pomeriggio il Concerto in La maggiore RV160 di Antonio Vivaldi (1678- 1741), innovatore della musica della sua epoca aveva il talento di comporre una musica non accademica, chiara ed espressiva, tale da poter essere gradita dal grande pubblico e non solo da una minoranza di specialisti. Fu molto apprezzato dalla critica tedesca dell’epoca tanto che la sua musica ebbe  un notevole influsso sullo stile di diversi compositori sia austriaci che tedeschi,  tra questi il più noto fu Johann Sebastian Bach, il quale fu grandemente influenzato dalla forma del concerto vivaldiano. Praticamente dimenticato durante le stagioni del Classicismo e del Romanticismo, incontrò il gusto dei musicisti del primo Novecento, dopo la riscoperta della sua opera nel secondo dopoguerra (grazie anche alla nascita di enti come l'Istituto Italiano Antonio Vivaldi dediti allo studio e alla diffusione della musica vivaldiana), Vivaldi divenne uno dei compositori più amati e ascoltati del Barocco. Nella consueta divisione tripartita il Concerto in La maggiore (Allegro; Andante; Allegro) fa parte dei concerti di “Parigi” e reca il suo stile inconfondibile aperto alle suggestioni  e alle costruzioni melodiche.
Joseph Heinrich Baermann (1784 – 1847) e il suo Adagio per clarinetto e orchestra è il secondo ascolto, clarinetto solista Bruno Di Girolamo (ha effettuato tournèes in tutto il mondo con “I Virtuosi di Roma”,  è stato primo clarinetto solista nell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, Orchestra Regionale Toscana, le prestigiose Orchestre della RAI: Milano, Roma, Alessandro Scarlatti di Napoli, nonché dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia e recentemente del Teatro S. Carlo di Napoli, collaborando con i più celebri direttori d’orchestra del nostro tempo: Muti, Pretre, Aronovitch, Bernstein, Giulini, Sinopoli, Sawallisch,  Previtali, , Zoltan Pesko,  Patanè, , Gavazzeni, Lorin Maazel, Daniel Oren).  L’Adagio,  dall’afflato fortemente romantico, è il secondo movimento del quintetto in Re bemolle maggiore op.23 ed  è stato per oltre un secolo erroneamente attribuito a Richard Wagner. Baermann virtuoso del clarinetto, incontrò molti dei grandi compositori del suo tempo, come Felix Mendelssohn, Carl Maria von Weber e Giacomo Meyerbeer, i quali ascoltandolo in concerto furono ispirati a scrivere grandi opere per lui e quindi per il clarinetto che prima dell’inizio del  diciannovesimo secolo era troppo spesso relegato in orchestra e quindi raramente veniva apprezzato come strumento solista.
Si prosegue con August Carl Ditters von Dittersdorf ( 1739- 1799), compositore e violinista austriaco del Classicismo. Ebbe un'attività compositiva molto creativa,  egli infatti compose molta musica da camera, nonché opere liriche. Con l'eccezione dei pezzi per contrabbasso, i suoi lavori sono raramente eseguiti al giorno d'oggi. Ad eseguire La Sinfonia Concertante ( Allegro;  Andantino; Menuetto; Allegro ma non  troppo) alla viola Silvia dello Russo, prima viola dell’Orchestra da Camera di Frosinone e al contrabbasso Maurizio Turriziani, solista di fama internazionale nonché promotore e fondatore della suddetta orchestra. In tutti i movimenti un dialogo continuo tra i due strumenti solisti , fino a diventare le uniche voci per quasi la totalità del secondo movimento, ma è nell’ultimo che il dialogo diventa giocoso lasciando all’orchestra di archi il compito di accompagnamento nella ripetizione del tema introduttivo.
Uno scavallamento di secoli con l’Ave Maria di Astor Piazzolla ( 1921-1992), innovatore del tango argentino tradizionale lo ha nobilitato con l’introduzione di strumenti da organico sinfonico e la sua Ave Maria ne è prova lampante nella sua melodia struggente quasi da repertorio operistico in cui il clarinetto solista sostituisce la voce umana nelle sue note più acute e dolorose di preghiera accorata.
Ultimo ascolto il Concertino per clarinetto e orchestra in Si bemolle maggiore di Gaetano Donizetti (1797-1848) famoso  operista bergamasco la cui sua vena romantica e le straordinarie doti compositive furono riconosciute in tutta Europa nonostante non suonasse alcuno strumento. Il suo percorso creativo contribuì a inserire l'opera, prima rivolta al "bel canto", nella più profonda e drammatica teatralizzazione romantica, anticipando così la grande stagione verdiana. Insieme a Vincenzo Bellini contribuì al superamento del “rossinismo”, in nome di una visione drammatica e più intensamente romantica della forma operistica.  Compose anche musica sacra, pezzi sinfonici, composizioni strumentali tra cui 19 quartetti per archi. La compagine romantica è presente anche in questo Concertino con l’inizio (Andante sostenuto) affidato alla malinconia della voce del clarinetto su un delicato e “leggerissimo” tappeto degli archi, il secondo movimento (Allegretto) nella sua struttura melodica si accosta alla tradizione settecentesca nei virtuosismi del  solista.
L’ORCHESTRA DA CAMERA DELLA CITTA’ DI FROSINONE  è già una solida realtà, pur nella sua recente nascita, dimostrando di essere all’altezza di varcare i confini della provincia e affermarsi a livello nazionale, da sottolineare la sua esibizione gratuita che rende ancor più merito alla professionalità dei singoli orchestrali guidati con piglio sicuro e vitalissimo dal M° Vincenzo Mariozzi, altro nome importante nel panorama musicale italiano essendo stato primo clarinetto di Santa Cecilia, fondatore e direttore artistico del Festival Ernico-Simbruino e attuale  direttore artistico e musicale dei Solisti Aquilani.
L’auspicio, di chi scrive e non solo, sia di proseguire su questa strada perché solo “la cultura e l’arte possono ridare fiducia e nuova vita all’Italia”.






sabato 25 aprile 2015

ROCCO EXPO DIWINE

Prosegue la mostra di Rocco Lancia, alla Villa Comunale di Frosinone , in un clima da cenacolo culturale: amici che arrivano e suonano il pianoforte  (un brano di Ludovico Einaudi), chi come Fausta Dumano, amica storica di Rocco, legge le sue poesie, sempre originali, ispirate ai quadri che ci circondano, c’è l’Assessore Rossella Testa presente a controllare che le sue iniziative culturali proseguano nel miglior modo possibile e per godere ancora del suo quadro preferito Madame Rose,  c’è l’amica attratta dal clima bohèmien del pomeriggio sostenendo di amare gli artisti per la loro marcia in più,  ci  sono i visitatori della mostra che sta riscuotendo un grande interesse. Tutto questo mentre Rocco dipinge la sua ultima creatura: Bacco con le tonalità del nostro Tricolore, sicuramente influenzato dall’imminenza della Festa della Liberazione.  Durante questa estemporanea,  degustazione di vini ad anticipare un nuovo evento il Wine Day 2015 Sorsi di Eccellenza che si terrà domenica 3 Maggio, a partire dalle ore 15,30, nella splendida cornice di Villa Ecetra a Patrica (Fr) con l’organizzazione di Federico Dini e in cui vi sarà l’esposizione di pitture ispirate al vino. Il Wine Day è un percorso sensoriale attraverso l’enologia frusinate, per scoprire le caratteristiche dei principali autoctoni del territorio, attraverso due tra i più importanti Produttori della zona. Si partirà dalla ben nota "Passerina del frusinate" e il blasonato Cesanese del Piglio (prima e unica DOCG del Lazio) con il prezioso contributo di Antonello Coletti Conti dell’omonima e pluripremiata azienda anagnina, fino ad arrivare a conoscere i recentemente riscoperti maturano, pampanaro, capolongo e lecinaro, oggi magistralmente riportati alle luci della ribalta da Marco Marrocco, enologo dell’azienda biodinamica “Palazzo Tronconi” di Arce. Quindi il consiglio di non mancare per assistere al felice connubio tra arte ed enologia per appagare "vista e gusto".






martedì 21 aprile 2015

LA MOSTRA GOLOSA DI ROCCO LANCIA

L’Arte Visiva Contemporanea (quinta edizione) curata con instancabile impegno dal Prof. Alfio Borghese,  alla Villa Comunale di Frosinone, è giunta al suo nono appuntamento, per quest’anno, con la mostra ROCCO EXPO di Rocco Lancia.
Nato a Roma (1970) , si trasferisce giovanissimo con la famiglia a Parigi, città che influenza la sua personalità attenta e sensibile all’arte. Tornato in Italia frequenta il Liceo artistico “Anton Giulio Bragaglia” di Frosinone, laureandosi poi in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma. Affianca il noto scenografo Dante Ferretti a Cinecittà. Vince nel 1999 il primo premio per il manifesto del Festival Internazionale del Folklore di Alatri (Fr). Nel 2000 torna a Parigi e lavora come aiuto scenografo per l’Istituto del Mondo Arabo e la Bibliothèque Nationale” François Mitterand”. Organizza estemporanee, eventi culturali attraverso l’Associazione Artqube della quale è fondatore.
Entrare nelle sale del suo vernissage  è come immergersi  in un “grande gelato” dai gusti estivi di limone, menta, lampone, pistacchio per una fresca golosità degli occhi e Le Golose, appunto, sono le donne protagoniste delle sue tele. Donne dalle molteplici sfaccettature, come ha giustamente fatto notare nel suo discorso di presentazione l’Assessore al Centro Storico, Rossella Testa.  Donne angelicate, donne sensuali, donne mistiche (La Madonna), donne orientali (La Grande Geisha e La Malesiana), donne fragili, donne forti, donne di rinascimentale memoria ( Madame Rose), donne “golose”. In tutto questo universo femminino, la ricerca del colore come espressione di sperimentazione, ma soprattutto di passione dell’artista per il “genti sesso” che traspare da tutti quei volti così diversi, ma in fondo così simili nel loro taglio metafisico alla De Chirico, di cui Lancia è un grande estimatore. Donne che sono l’autoritratto interiore dell’artista, nella sua golosità per gli aspetti più godibili della vita e dell’arte.
I ritratti maschili sono in numero inferiore, ma non per questo meno affascinanti, specie i due che campeggiano nella prima sala: Dioniso e Antinoo, dalla bellezza effemminata, sono omaggio  al mondo classico,  reinterpretato con il suo stile dai colori fluorescenti. Quaranta quadri di grandi dimensioni  e di grande impatto visivo per un’arte alla portata di tutti nella sua contemporaneità comprensibile scevra da complicati intellettualismi, perché l’arte è di tutti e“ L’arte non ha limiti per chi ha voglia di sporcarsi le mani”.

La mostra chiuderà i battenti il 29 aprile e rientra nelle grandi celebrazioni culturali dell' Amministrazione Comunale in memoria del Giorno della Liberazione.






lunedì 20 aprile 2015

LUCA DE FILIPPO INCANTA FROSINONE

LUCA DE FILIPPO INCANTA FROSINONE


La stagione teatrale,  2014-2015, della città di Frosinone è giunta al giro di boa, ieri sera,  infatti,  l’ultima rappresentazione delle dieci in cartellone con un nome garanzia di successo,  Luca De Filippo  con Sogno di una  notte di mezza sbornia in un Nestor tutto esaurito.
Un titolo che richiama alla mente una commedia di W. Shakespeare, ma che col drammaturgo inglese non ha nulla a che vedere. Scritta nel 1933 da Athos Setti, conosciuta anche come L'AGONIA DI SCHIZZO, è la più celebre e rappresentata tra le sue commedie, tanto da essere ripresa da Ettore PETROLINI in un riadattamento in romanesco dal titolo LA FORTUNA DI CECE’, da Angelo MUSCO in dialetto siciliano intitolato LE PROFEZIE DI DANTE e da Eduardo DE FILIPPO in napoletano SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA SBORNIA, per l’appunto. Rappresentata la prima volta il 20 ottobre 1936 al Teatro Piccinni di Bari fu subito un grande successo tanto da restare nelle programmazioni  dei maggiori teatri italiani ininterrottamente fino al 1938 ( 8 novembre all’Eliseo di Roma).
Luca De Filippo è Pasquale Grifone un buon diavolo a cui piace alzare il gomito e quando beve fa strani sogni e in uno di questi gli appare il “sommo poeta” che gli dà quattro numeri da giocare al lotto ( 8-13-52-90)  e in più gli preannuncia il giorno in cui morirà e cioè tre mesi dopo la vincita , il giorno del suo compleanno alle 13. Grifone gioca e vince una grande somma (600 milioni) e se per la sua famiglia la vita cambia in meglio, per lui c’è solo l’attesa della morte. A nulla valgono i tentativi di sua moglie, di suo figlio Arturo e di sua figlia Gina, volti a spazzar via quella che considerano una sciocca superstizione. Il giorno annunciato da Dante, però, la famiglia si veste a lutto: tutti, ormai, sono convinti che quelli sono gli ultimi momenti di vita del capo di famiglia, anche perché Pasquale sostiene di sentirsi molto male. Si attende soltanto l'ora stabilita (le tredici) e, al suo scoccare, Pasquale, preso dal terrore, sviene ed è considerato morto. Entra quindi in scena il medico, il quale si rende conto immediatamente che Pasquale è vivo e sta benissimo. Questi, preso dall'euforia, invita il medico a pranzo, già preparato per il così detto “consolo”,  per festeggiare lo scampato pericolo, ma il medico declina l'offerta sostenendo di avere un impegno proprio alle ore tredici. Pasquale e la famiglia lo invitano a rimanere, convinti che le tredici siano ormai passate, ma il medico è implacabile: alle tredici mancano ancora cinque minuti….

Tutti i temi della tradizione teatrale napoletana  ( la famiglia, il gioco del lotto, la superstizione, la figlia scialba da sistemare, la miseria e la ricchezza, la vita e la morte) vengono affrontati con una comicità grottesca con momenti di puro macchiettismo sia da parte di De Filippo, che della bravissima e divertente Carolina Rosi nella sua caricatura di “parvenue” (la moglie di Pasquale), in una recitazione corale, con battute a raffica,  gestualità e mimica che sono il marchio di fabbrica dei De Filippo.  Anche i comprimari sono all’altezza dei protagonisti per simpatia e recitazione inappuntabile. Una commedia in fondo amara nel presa di coscienza di Pasquale-Luca  che i soldi  “fanno diventare intelligenti anche i cretini” riferendosi al figlio, che la moglie arricchita “sembra un albero di Natale” , che la figlia ha trovato finalmente un fidanzato che si spaccia per americano ma che invece è di Napoli, anzi “della provincia”…..insomma proprio “una schifezza di famiglia” che si è lasciata travolgere dalla fortuna senza pensare alla sua sofferenza di prossimo moribondo. Una comicità che è anche riflessione in un finale che non ha vera conclusione, lasciando agli spettatori libertà di scelta, questo il vero segreto del grande e intramontabile successo del teatro della famiglia De Filippo. Nell’intervallo fra i due atti il Sindaco Nicola Ottaviani è intervenuto  esprimendo la sua soddisfazione sulla qualità di questa stagione teatrale, garantendo un impegno che continuerà anche in estate con altre manifestazioni  per proseguire nel cammino affrontato di riqualificazione anche culturale della città al fine della sua crescita  perché  possa diventare vanto della ciociaria.

giovedì 16 aprile 2015

PRESENTAZIONE PROGRAMMA DEL FESTIVAL MEDIOEVALE E RINASCIMENTALE DI ANAGNI




Presso la sala di rappresentanza del Comune di Anagni, si è tenuta, il 16 aprile alle 17, la conferenza stampa per la presentazione della ventiduesima edizione del Festival Medioevale e Rinascimentale, relatori  il Sindaco Fausto Bassetta, l'assessore alla cultura Marilena Ciprani e il direttore artistico del Festival, Arnaldo Colasanti.  Anagni è ad una svolta significativa per quanto riguarda la qualità delle proposte culturali da parte dell'attuale amministrazione comunale, una di queste la nomina a direttore artistico del Festival nella persona del Prof. Arnaldo Colasanti preceduto da un curriculum di tutto rispetto (scrittore, critico letterario, conduttore Rai e, fresco di nomina,  collaboratore del Ministro dell'Istruzione Stefania Giannini). Dopo i saluti di rito ai rappresentanti della stampa locale da parte del Sindaco e dell'Assessore, si è entrati nel vivo della conferenza e la parola è passata a Colasanti.
 Ha innanzi tutto tenuto a precisare che il lavoro di organizzazione non dovrà essere di tipo imprenditoriale, ma dovrà coinvolgere le associazioni culturali cittadine e tutti coloro che avranno l'entusiasmo di collaborare al progetto tralasciando, per l'arricchimento comune, ideologie politiche ed  eventuali "rivalità" e diffidenze personali. Anagni deve cominciare un discorso di "autostima" avendo tutti i numeri per farlo: storia, cultura, arte. Un lavoro che deve essere impostato collettivamente proprio per garantire la massima trasparenza al progetto che prenderà il via venerdì 17 luglio e durerà due week-end, fino a domenica 26 luglio.
Un'edizione che prevede due momenti giornalieri: il "diurno" con esibizioni en plain air di concerti di gruppi giovanili emergenti in locations cittadine ancora da decidere, ma che comprenderanno gli scorci più suggestivi di tutto il centro storico e il "serale" con spettacoli teatrali, in modo da garantire maggior coinvolgimento e fruizione da parte dei cittadini, inoltre si snoderanno stands di libri, di enogastronomia, di artigianato tutto rigorosamente a carattere medioevale.
Dunque una programmazione  molto ricca e variegata dove non si terrà conto di un percorso filologico essendo oggi la cultura  delocalizzata, ma di un felice connubio tra teatralizzazioni in tema e momenti di riflessione sociale con la rappresentazione di IPAZIA “La libertà della follia”( matematica, astronoma, filosofa dell'antica Grecia che a causa della sua uccisione è divenuta simbolo di libertà di pensiero) svincolati dal contesto medioevale e rinascimentale.

Nomi importanti della cultura e del teatro italiano e non si avvicenderanno nei luoghi più suggestivi della città di Anagni,   Sandro Veronesi, Micaela Esdra, Mascia Musy, Stefano Accorsi, Flavio Insinna e Gabriele Lavia, considerato l’erede, a pieno titolo, di Giorgio Strehler.
Un'organizzazione non semplice e particolarmente impegnativa per il direttore artistico, l'amministrazione comunale e la cittadinanza, ma dati i presupposti un sicuro successo e fiore all'occhiello per Anagni che, in questi giorni, è stata candidata a Capitale europea della Cultura per il 2016-2017.

lunedì 13 aprile 2015

MARIA MANSUETO E I COLORI RITROVATI

 Pierre Teilhard de Chardin ha detto: Non siamo esseri materiali che vivono esperienze spirituali, ma esseri spirituali che vivono esperienze materiali" è così che è iniziato l'incontro con l'artista ciociara , ma senese di adozione, Maria Mansueto.
Laureata in Pedagogia a " La Sapienza" di Roma ha svolto la carriera di insegnante e la sua  attività educativa è sfociata nella pubblicazione di testi pedagogici ( La pace come progetto di scuola; Oltre il buio; Luogo della luce), volontaria UNICEF di cui ha ricoperto il ruolo di Presidente provinciale, ha iniziato a interessarsi di pittura  fin da piccola coltivandola  come autodidatta.
Con l'umiltà dei grandi accompagna quasi per mano i visitatori della sua mostra " I colori ritrovati" , alla scoperta delle sue "creature" e come madre premurosa e orgogliosa,  di ognuna ne spiega la genesi.  Un percorso che esula dagli intellettualismi, ma che scandaglia le emozioni del suo profondo sentire  materializzandosi nella ricerca dei colori , delle luci , delle prospettive  come un gioco costante.  Ogni quadro non è fine a se' stesso, ma è la naturale evoluzione di uno stato d'animo sia esso di dolore o di gioia, uno in particolare è la tangibile dimostrazione della sensibilità della Mansueto:  "Mattino di festa" partorito dal dolore per la morte prematura di un suo studente in una visione aliena da colori cupi e lugubri perchè : L'alba radiosa ti possiede e tua giovinezza è ancora mattino di festa". Un'artista a tutto tondo nel corredare alcune sue opere  con versi nati sull'onda delle emozioni pittoriche tanto da chiedersi se sia più affascinante come pittrice o come poetessa.
Un colorismo che riecheggia quello dei macchiaioli e degli impressionisti,nella figura di  Monet, con pennellate vibranti quasi scultoree nell'evocare: glicini, mimose, onde marine, filari di viti, casolari toscani, paesaggi innevati in una costante ricerca di evoluzione visivo spirituale, che l'artista considera semplici studi, ma che nella realtà sono opera di compiuta bellezza.
Una mostra imperdibile, che durerà fino al 19 aprile presso la Villa Comunale di Frosinone, per chi dalla pittura si  aspetta appagamento degli occhi, ma soprattutto dell'anima!







sabato 11 aprile 2015

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