domenica 27 novembre 2016

VINICIO PRIZIA- IL BESTIARIO IMMAGINIFICO



Nel Medioevo il “bestiario” o bestiarium era una  particolare categoria di libri che raccoglieva immagini e brevi descrizioni relative ad animali reali o immaginari. La spiritualità visionaria medioevale creò “gargoyle” di ogni sorta, da figure demoniache a facce gioconde, fino a creature metà uomini e metà bestie, attingendo dalle sacre Scritture e dal mondo pagano. Proprio Bestiarium  è il titolo scelto per la personale di VINICIO PRIZIA e secondo appuntamento ( 26 novembre- 10 dicembre), di un lungo calendario, al Muef Art Gallery  a cura di Francesco Giulio Farachi con l’organizzazione di Roberta Sole e Maurizio Bedini. Vinicio Prizia è pittore, incisore e scultore, nato a Roma nel 1961, si avvicina giovanissimo alle arti figurative e si diploma prima al liceo Artistico e quindi all’Accademia di Belle Arti di Roma. Arricchisce la sua formazione con la frequenza degli studi artistici di diversi importanti maestri. La sua prima esposizione è del 1977, cui fanno seguito numerosissime mostre e partecipazioni, sia in Italia che all’estero. Dal 2002 al 2013 ha svolto l’attività di Direttore Artistico e organizzatore del Centro per l’Incisione e la Grafica d’Arte del Museo dell’Agro Veientano. Vive e lavora a Formello (RM). Profondo conoscitore dell’anatomia umana ed animale, Prizia, nei suoi lavori, crea dei “mariages” tra bipedi e quadrupedi  ed ogni sua opera è contrassegnata da ironici neologismi latini a descrizione dell’immagine fantastica ( “Explicans sex pedis;  Explicans caput piscis; Explicans gibbo manus;  Zebra pedis;  Can-dito;  Canis danae bicefalo;  Delphino man; Cervus manibus”…e l’elenco sarebbe ancor più lungo).  Un bestiarium moderno in cui la lezione cubista di Picasso nello scomporre le anatomie assume in Prizia, morbidezze antiche . Una pittura “divertissement” in cui ogni particolare anatomico sia animale che umano si incastra come un puzzle a creare nuove tipologie visive che  provocano e sconcertano . Uno zoo immaginifico e grottesco  di un “Dio bizzarro e burlone” che stravolge e rinnova il già creato. Così le corna di un cervo sono mani aperte, il corpo di un cane bassotto altri non è che un dito, un cobra insolente si erge su di una gamba, la pinna caudale di uno squalo  è  sostituita dal lungo collo di una giraffa e si potrebbe continuare ancora per tutti i venticinque lavori esposti.  Una mostra consigliata a chi subisce il fascino del “tutto è relativo” in  cui la fantasia è un orizzonte senza limiti.





martedì 15 novembre 2016

ELIO VOLPARI: UN FASHION DESIGNER A VEROLI



Un’altra voce si aggiunge al “coro” delle interviste per il Premio Art-e, questa volta è la voce “colorata” di un fashion designer: ELIO VOLPARI.  Cinquantenne ciociaro con la passione della moda, da sempre, ed una grande capacità con la matita e l’acquerello nel creare bozzetti per elegantissime coutures. Vive a Roma dove si è diplomato all’Accademia di Moda e Costume nel  1986 e dove ha insegnato fashion design presso l’ Accademia Mariotti ed in vari istituti statali. Coinvolto nell’evento collaterale   "Arte-e & Moda", in sinergia con Monica Pavia,  ne ha realizzato i figurini e i tableaux. Il termine moda deriva dal latino modus, che significa maniera, norma, regola ed è sempre stata l’espressione più immediata dell’epoca corrente. La moda nell’accezione moderna del termine è nata a Parigi e Volpari , infatti, si è inizialmente avvicinato, nel suo percorso creativo, al “segno” francese ( Balenciaga, Yves Saint Laurent) . Per decenni la moda d’oltralpe ha dettato le sue regole finché non è esploso il “Made in Italy” intorno agli anni ’80 del Novecento. Il successo della moda italiana in questo periodo derivò anche da abili strategie di marketing. Milano ne strappò il primato di capitale a Firenze e a Roma. L'ideale di bellezza femminile si ispirò alla donna sportiva e snella, muscolosa e ambiziosa, di successo sia nel privato che nel pubblico. Diventarono famosi stilisti come Giorgio Armani, Ottavio Missoni, Gianfranco Ferrè, Gianni Versace, Krizia, Dolce & Gabbana. Ma tra tutti svetta, da sempre, Valentino Garavani, vera icona dell’eleganza e creatività italiane e  di cui Volpari, è un grande estimatore ritenendolo più “il sarto” che lo stilista perchè “sa creare un abito direttamente sul manichino”.  Suoi grandi amori anche Capucci, Sarli e Armani “per il suo modo di far apparire la donna più essenziale e contemporanea”. “ In Italia siamo riusciti a dare il gusto, quella particolarità, quell’ingegno,  un quid ulteriore rispetto alla Francia che conserva una grande sartorialità, mentre noi possediamo in più la creatività progettuale”. Tante epoche sono nelle sue corde, su tutte “gli anni ruggenti”, i favolosi anni ’20 “per la frivolezza, la velocità, in cui nacque una vera rivoluzione nel modo di vestire la donna che diventa androgina, moderna, ma l’epoca che ha esaltato maggiormente la donna nella sua femminilità sono stati gli anni ’40 che l’hanno resa molto glamour”.  “Se si studia la storia del costume si può notare che l’arte, l’architettura, nei secoli,  hanno fortemente influenzato la moda  traendone fonte di ispirazione.  Ai giorni nostri c’è molta più duttilità, libertà nel vestire,  ma a discapito dell’eleganza” . Volpari per i suoi bozzetti –omaggio si ispira all’arte di grandi come De Chirico, Dalì, Frida Kahlo, Paul Klee, Yves Klein, ma il suo sogno sarebbe quello di  creare una collezione ispirata ai lavori della pittrice messicana perché “  sensuale, con i suoi colori forti, passionali, sanguigni ispirati alla natura”.  Adora Dalì per la sua eccentricità , “penso alla sua collaborazione  con la stilista Elsa Schiaparelli  ed i cappelli che disegnò per le sue collezioni, uno tra tutti il  celebre cappello-scarpa .” “Per ideare un figurino vado negli empori di tessuti e toccando una stoffa particolare si accende quella lampadina che darà l’imput per la creazione dell’abito”. Predilige il verde in tutte le sue sfumature ed i colori dei paesaggi autunnali, caldi e naturali. Anche riguardo le correnti artistiche ama particolarmente l’Art Nouveau, il Liberty floreale” per la stilizzazione degli elementi  legati alla natura  che hanno caratterizzato anche l’arredamento”. Un incontro piacevole all’insegna di un’arte effimera, ma pur sempre arte, che ben si inserirà all’interno del contest di arti visive contemporanee di Veroli.







lunedì 14 novembre 2016

ANTONELLA CATINI: "EMERSIONI - QUANDO RIAFFIORA CIO' CHE HAI VOLUTO CELARE"



“Emersioni” è il titolo scelto per il vernissage che inaugura l’anno artistico del Muef Art Gallery di Roma di cui curatori sono Roberta Sole e Francesco Giulio Farachi e le emersioni sono quelle di ANTONELLA CATINI.
Antonella Catini  nata a Pisa,  vive e lavora da sempre nella sua casa studio, a Roma. Laureata in Architettura alla Sapienza, ha iniziato a dipingere sin da giovanissima, passione coltivata seguendo anche numerosi corsi di scultura e pittura. Negli anni ha collaborato con noti studi di architettura fino al 1999 anno in chi decide di dedicarsi esclusivamente alla pittura. Sulla Catini hanno investigato criticamente grandi storici dell’arte, uno tra tutti Philippe Daverio che di lei ha detto : “…quando  pone una materia sopra l’altra, quando lancia il gesto, genera una lingua che torna a narrare. Sono di nuovo percepibili i significati. E come nelle lingue parlate, ogni segno nasconde una seconda opportunità semantica: le sovrapposizioni lasciano intuire gli strati sotterranei e reconditi, i segreti vengono a galla e l’immagine torna a formarsi in una nuova sua struttura…” . “I segreti tornano a galla”, ecco dunque le “emersioni” , quelle dell’anima, dell’io recondito che emerge o, meglio dire, si manifesta  nei colori violenti, grumosi, in una materia  che copre e svela.  Spatolati densi che creano effetti geometrici  che si trasformano in architetture urbane, o che evocano paesaggi lacustri e fluviali, lacche cinesi, kimoni giapponesi…fuochi d’artificio esplodenti  sulle tele. Il suo è un passaggio inverso rispetto alla norma  arrivando al figurativo attraverso l’astratto e attraverso una crescita emozionale frutto anche dei suoi viaggi all’estero e del contatto con altre culture ed espressioni artistiche, fondamentale il suo incontro con la cultura zen.  Ventotto opere di varie dimensioni e di multiformi evocazioni  i cui titoli sono tutti un richiamo all’interiorità : “ Transiti”, “ I flussi della coscienza”, “La suggestione del nulla”, “Membrane permeabili”, “Gli occhi dentro”, “Risposte emozionali”, “L’io duellante”… Un duello non solo di sensazioni, ma di pennellate decise , di accostamenti cromatici ora arditi, ora morbidi.  Uno spazio espositivo , quello del Muef, che ieri pomeriggio non riusciva più a contenere tutti gli ospiti e gli amici venuti a testimoniare il loro omaggio all’artista. Una mostra da non perdere e che chiuderà i battenti il 22 novembre.




giovedì 10 novembre 2016

IL LATO IRRAZIONALE DI UN MANAGER: LUCIANO COSTANTINI




La lunga “pagina” delle interviste dedicata principalmente  ai componenti della giuria del Premio Art-e 2016 di Veroli è quasi ultimata, manca soltanto l’ultimo, ma fondamentale “tassello di questo mosaico”: LUCIANO COSTANTINI, ideatore e direttore artistico dell’evento. Non sarà però la solita conversazione-intervista, ma un mio personale omaggio all’ uomo e all’artista  che in questi recenti mesi di contatto lavorativo ho iniziato a conoscere e stimare da un punto di vista professionale, nonché umano.  Nato ad Alatri, fin da giovanissimo si è dedicato alla pittura e negli anni dell’adolescenza si  è avvicinato al mondo del fumetto e del design automobilistico; nel suo studio-galleria, il SEAC, a Veroli, vi è infatti il suo primo quadro (1981) ad olio raffigurante un’auto d’epoca, precisamente una “Rolls Royce Silver Shadow II”, posto come  memoria storica dell’inizio di un percorso artistico che prosegue tutt’oggi. Dotato di grande personalità e ancor più di volontà, Costantini, è artista- manager con il grande dono di saper guardare oltre nell’individuazione delle potenzialità artistiche più nascoste. Le sue opere sono state recensite da noti critici d’arte di livello nazionale e internazionale: Elena Gollini, Massimo Rossi Ruben, Viviana Vannucci,  Francesco Giulio Farachi.  Anche per la curatela delle mostre (collettive/personali), si annoverano partecipazioni di alto profilo sia nazionale che internazionale: Vittorio Sgarbi, Massimo Rossi Ruben, Viviana Vannucci, Giuliana Sarno, Roberta  Sole, Francesco Giulio Farachi, Augusto Ozzella, Gianluca Morabito. Partito negli anni ’80 con un discorso metafisico in cui l’elemento antropico  era associato alla paesaggistica tradizionale con l’inserimento della “scacchiera”, elemento introdotto da Kandinskij nel 1920 . Costantini, negli anni ’90,  si svincola progressivamente dal dato figurativo, in una ricerca di astrattismo che si risolve nella disgregazione dell’immagine  con l’uso della spatola per la quale dimostra particolare sensibilità. Un iter interiore e di sperimentazione lo fanno approdare alla pittura digitale odierna ed alla fotografia. Annoverato tra gli autori storicizzati, nel testo CriticArt, di lui dice la Vannucci: “…Luciano Costantini -- specie nelle opere dell’ultimo biennio – raggiunge un traguardo importante del suo percorso artistico : quello di convertire la proprietà rappresentativa delle immagini in linguaggio… la sua ricerca è un’indagine sperimentale dove elementi originariamente contrastanti tra loro si incontrano, si alimentano e si sublimano, dando vita ad un lessico mirabilmente polimorfico”. E ancora su di lui, Elena Gollini … “Costantini realizza composizioni ricercate e inedite, animate dalle passioni e dalle suggestioni delle idee e dei pensieri ”, per citare solo alcune delle lusinghiere critiche raccolte negli anni. Sempre alla ricerca del dato simbolico e del contenuto : “Tutto ciò che facciamo è in definitiva una razionalizzazione della nostra volontà, nulla più che una sintesi dei nostri desideri… Occorre investigare l’architettura del pensiero retrostante, che si situa nella fase ideativa dell’opera, perché diverso è il messaggio dell’artista. Le mie opere, come tutti i lavori di autori viventi  o contemporanei del mio tempo, sono composte da due elementi: il messaggio e la tecnica. Nel mio caso il messaggio è strutturato e supportato da una sintesi di forme e colori…Per fare sintesi, tuttavia, ci vuole studio, dedizione e soprattutto costanza…” Questo è l’artista Costantini, poi c’è l’uomo con il suo vissuto, il suo quotidiano, i suoi affetti che riesce a far coincidere, amalgamare con il suo impegno lavorativo sempre supportato dal sorriso, dalla pazienza, dall’ascolto dell’altro. Mai un attimo di cedimento in un’ operazione organizzativa assai complessa che necessita doti di diplomazia oltre che di grande apertura mentale per far convergere cose e persone nell’obiettivo finale del Premio Art-e , un sogno che dura da mesi e che sta per vedere la luce!

mercoledì 9 novembre 2016

ROBERTA SOLE : LA MAIEUTICA APPLICATA ALL'ARTE



Ultima, ma solo in ordine di tempo, la conversazione che conclude il lungo ciclo di interviste ai membri della giuria del Premio Art-e di Veroli e precisamente quella con ROBERTA SOLE. Nata a Sora, ha vissuto a Frosinone fino al momento della sua laurea in Economia e Commercio, facoltà scelta più per sfida con sé stessa e tradizione familiare che per vera inclinazione, infatti la sua vera passione, coltivata fin da giovanissima, è l’Arte. Ha sempre disegnato fin da bambina, ma il suo percorso di vita non l’ha condotta a diventare pittrice, bensì curatrice di mostre e di eventi legati comunque all’arte. La vita è fatta di incontri e di occasioni che spesso si rivelano fondamentali anche nei progetti lavorativi ed è quello che è accaduto alla Sole ormai quasi dodici anni fa. Dopo l’esperienza professionale come promotrice finanziaria, dal 2005 ha iniziato a collaborare ad alcuni eventi d’arte a Roma e non solo. Poi nel 2014 l’incontro fortunato con Maurizio Bedini che le ha proposto di gestire (insieme al critico d’arte Francesco Giulio Farachi), il suo spazio espositivo il Muef ArtGallery di Roma, un’opportunità colta al volo e la realizzazione di un vecchio sogno. La nostra chiacchierata particolarmente informale ha delineato un carattere volitivo e tenace negli obiettivi da raggiungere, “autodidatta nell’arte con il tempo ha affinato l’occhio” nel riconoscere i veri talenti che segue con cura, oserei dire, materna. Partendo dal presupposto che ogni artista è alla ricerca di conferme e gratificazioni, la Sole instaura con loro un profondo e iniziale rapporto confidenziale per “ricercare l’anima” di ciascuno. L’arte è “emozione” come quella legata al ricordo della mostra (primavera 2015) da lei ideata, soprattutto a partire dal tema: “Mostra il blu” perché “la tensione fredda del blu sempre richiama una condizione dell’anima”. Affascinata dall’arte contemporanea è sempre alla ricerca di nuovi talenti per conoscerli e promuoverli non solo a Roma, ma per sua ammissione quelli che ama di più sono Kandinsky e Miró per il vivace colorismo da cui è sempre stata attratta. “Se devo, però, andare a visitare un museo o una mostra importante preferisco sempre vedere i pittori antichi con preferenza per quelli dell’800 specie se di scuola napoletana, i Preraffaelliti, Klimt, Henri-Edmond Cross, i Macchiaioli che ultimamente stanno vivendo una riscoperta, gli artisti del periodo Liberty… mi piacerebbe poter mettere a casa un Giulio Aristide Sartorio. Di pittori contemporanei che mi affascinano ce ne sono alcuni molto interessanti. Per citarne alcuno: c’è l’italiano Agostino Arrivabene per i suoi richiami a Hieronymus Bosch, ed un giovane californiano Jeremy Mann”. In questi giorni è impegnatissima nell’allestimento e organizzazione della sua ultima creatura, in collaborazione con Francesco Giulio Farachi e Maurizio Bedini, “Emersioni - quando riaffiora ciò che hai voluto celare” mostra che s’inaugurerà il 13 novembre al Muef fino al ventidue dello stesso mese la cui protagonista è la pittrice romana Antonella Catini. Un titolo emblematico che riguarda molti artisti o aspiranti tali che, a volte, trovano difficoltà a far emergere la propria interiorità, perché “per crescere sul serio dobbiamo fare i conti con noi stessi e far emergere anche ciò che per molto tempo abbiamo cercato di nascondere, occultare”. Non resta che augurare bonne chance a tutto il team per l’evento imminente e per tutti i progetti futuri, considerando l’energia e la creatività vulcanica della Sole nel prossimo futuro la calendarizzazione degli eventi registrerà il sold out. 


sabato 5 novembre 2016

Una ventata di aria nuova...


Una ventata di aria nuova a Veroli in campo artistico: arriva “Art-e”,  un contest organizzato dall'Accademia delle Arti con la Direzione Artistica di Luciano Costantini e con il contributo scientifico di Massimo Rossi Ruben e Francesco Giulio Farachi. Una manifestazione che intende adempiere alla funzione di attrattore sul territorio italiano per una ben individuata compagine di talenti e personalità artistiche – nazionali ed estere – che si sono distinte nel campo dell’arte e della creatività.  Il concorso artistico si svolgerà nei giorni 18/19/20 novembre a Veroli presso l'ex Convento dei Padri Agostiniani nonché in altri due spazi espositivi attigui, SEAC - Spazio Espositivo Arte Contemporanea e la Galleria della Catena.
Le Sezioni Artistiche della rassegna riguarderanno: Pittura, Scultura e Installazione, Fotografia.  Un evento strutturato con taglio manageriale grazie anche alle sinergie di nomi illustri nel campo dell’Arte, uno tra tutti il Professor Claudio Strinati, già Dirigente Generale del MiBACT (Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo) e storico Soprintendente del Polo museale romano, oggi ritenuto uno dei maggiori e più autorevoli conoscitori della storia dell’Arte nonché figura poliedrica e multidisciplinare del panorama critico-artistico internazionale. Presidente onorario della giuria del contest, Strinati verrà affiancato e coadiuvato da altre personalità orbitanti nel mondo dell’arte contemporanea, quali Luigi Fiorletta, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone; Massimo Rossi Ruben, Critico d'Arte attivo da oltre un ventennio nella catalogazione di giacimenti culturali dopo aver maturato una specifica competenza nella Guardia di Finanza, nell'articolazione preposta alla tutela dei beni storico-artistici; Francesco Giulio Farachi, anch’egli Critico d'Arte e Giornalista che si occupa primariamente di arte contemporanea, con particolare attenzione alle nuove tendenze e generazioni artistiche italiane e internazionali; Viviana Vannucci, Storico dell'Arte, autrice di numerosi saggi e contributi storico-critici e scientifici; Augusto Ozzella, Curatore di eventi e Presidente dell’Associazione culturale Cosmoart; Roberta Sole, Responsabile degli eventi della MUEF Art Gallery di Roma, altro partner ideativo della manifestazione.  A latere del concorso di abilità, sono previsti altri eventi che riguarderanno moda, charity, poesia e spettacolo dal vivo (19-11-2016) : Luciano COSTANTINI "100 Opere per Save the Children" , mostra personale di pittura con finalità benefiche per la Onlus “Save the Children” ; "MusicArte" con il soprano Orietta Manente ed il Pianista Mirco Roverelli; "Parole in Arte", recital di Nicola Masotti e Cesare Marinacci, con musiche tratte da un collaudato repertorio classico , collegato alla mostra "100 Opere per Save the Children" .
Il 20-11-2016 inoltre  "Arte contemporanea. Un flusso energetico vitale", lectio/seminario .
Agli Artisti ospiti: BARSCIGLIE’; CENTRA; BALDASSARRA (fuori concorso) sarà riservata una sezione speciale, insieme al Artisti dell'Accademia di Belle Arti di Frosinone.
L’evento si concluderà con la premiazione degli artisti selezionati dalla giuria, i quali verranno immessi nel circuito di importanti rassegne volte a valorizzare le peculiarità di ognuno, oltre alla consegna di targhe speciali, con il successivo inserimento nel catalogo/pubblicazione del Premio Art-e, con saggio critico dedicato.
Non resta che augurare a tutti, organizzatori e partecipanti, “ad maiora semper”!

Per il programma completo dell'evento : www.premioart-e.it    (sez.: Il programma)

Elena Dandini
Ufficio stampa Premio Art-e

giovedì 3 novembre 2016

GIOVANI TALENTI DELL'ABA DI FROSINONE OSPITI AL PREMIO ART-E



Per chi divulga e promuove Arte è d’obbligo dare spazio e voce a giovani artisti che stanno muovendo i loro primi passi in un mondo tanto affascinante quanto difficile come quello, appunto, dell’Arte. E’ ciò che sta facendo Luciano Costantini in sinergia con l’Accademia di Belle Arti di Frosinone nelle figure  del Direttore Prof. Luigi Fiorletta e della Prof.ssa Donatella Spaziani che hanno individuato delle promesse talentuose tra i loro studenti.  A partire dalla fine di settembre Costantini e chi scrive hanno avuto modo di incontrare 23 allievi dell’Accademia, selezionati per partecipare, in qualità di ospiti, al Premio Art-e 2016 di Veroli.  A dare inizio alla lunga sessione di incontri- interviste con i giovani prescelti dell’ABA è stata SILVIA RICCI, (27 anni di Isola del Liri -FR) del biennio di Scultura. Nella lavorazione di marmi e pietre, la Ricci, ricerca lo scambio, la relazione tra gli individui e in questo caso tra i fruitori dell’opera in un gioco di inganni visivi. Opere che invitano all’osservazione e al movimento in un rapporto dinamico con lo spettatore. Si prosegue con MARTA AUCONE ( 26 anni di Benevento), anch’ella scultrice, al biennio, con i suoi lavori insegue la tematica del “tempo” artefice di cambiamenti. Utilizza il  marmo, il  ferro, la corda  per creare opere che raccontino il trascorrere del tempo in un continuo divenire. Lavori dalla forte valenza simbolica in cui l’artista intervenendo sulla materia si sostituisce all’azione temporale che può causare separazioni, unioni, distanze, trasformazioni. Altro giovane allievo dell’ABA di Frosinone, LUCA SPATOLA (24 anni di Benevento) questa volta del corso di Arti multimediali , ha presentato le sue fotografie elaborate dal linguaggio multimediale in un passaggio, voluto, dalle forme naturali a quelle digitali. Spatola sta portando avanti una ricerca sugli effetti della luce, in cui la rifrazione può creare un “segno”, sviluppando il concetto di “estensione”, offrendo così diverse chiavi di lettura del medesimo oggetto di osservazione.  Dalla fotografia alla Decorazione con un’allieva del triennio , MARTINA FANFARILLO (24 anni di Alatri- Fr). Ha sottoposto come suo lavoro, un grande acrilico su tela, nato per uno stabilimento balneare. Partendo dall’idea di un pesce stilizzato, ha organizzato la decorazione come un grande mosaico di incastri e sovrapposizioni, risultato di un attento studio sulle geometrie e sui colori. Proseguendo con la classe di Decorazione, ancora del triennio, è la volta di IRENE D’ITRI (23 anni di Frosinone). Irene ha compiuto uno studio sui lavori di  William Morris, artista inglese dell’800 considerato il padre del moderno design. Da questa icona dell’ Arts and Crafts, ha tratto ispirazione per i suoi acrilici a soggetto floreale e con richiami alle decorazioni orientali, giocando sulle simmetrie e sui forti contrasti di colore. Un’altra allieva del triennio di Decorazione, BEATRICE QUATTROCIOCCHI (23 anni di Veroli), ha sottoposto alla nostra attenzione uno smalto su tela, con l’idea di partenza di creare un oggetto di arredamento in una fusione tra pittura e decorazione in un richiamo all’Optical  art. Un’opera in cui il punto focale si sposta continuamente creando un effetto, casuale, di vertigine. Ancora Decorazione, ancora il triennio per VERONICA TROMBETTA ( 24 anni di Frosinone), studiando le antiche “riggiole”, mattonelle in ceramica spesso maiolicate e decorate a mano, ha presentato il suo lavoro in MDF e tela con colori acrilici, richiamando alla memoria con disegni e colori attuali  il design delle vecchie ceramiche. Si prosegue con il secondo step di incontri ripartendo da SIMONA SOFICA GIOVANNONE (26 anni di Arpino) e con il biennio di Scultura. I suoi lavori in marmo e legno sono legati al bisogno di metabolizzare ed esorcizzare un suo particolare momento di vita. Dal chiaro messaggio emblematico ogni opera è la concretizzazione di un ricordo di ore e di anni. L’Arte è soprattutto comunicazione e MARTA CAMPIONI (27 anni di Patrica- Fr) del biennio di Comunicazione, appunto, e di Valorizzazione del patrimonio artistico ne offre ampia visione con le sue fotografie. Lavorando con particolare cura sulle luci e sulle ombre, in un rigoroso bianco e nero, crea delle vere e proprie performance con l’autoscatto sia digitale che analogico. E’ il turno del biennio di Graphic-design con ANNAMARIA IABONI (24 anni del Giglio di Veroli- Fr), anch’ella legata al “ricordo” come messaggio creativo, ha focalizzato il suo impegno sullo studio delle trasparenze nel suo lavoro- installazione dove un cubo di vetro con applicazioni in pvc,  è la moderna reinterpretazione di un più datato caleidoscopio. Altro biennio, ma questa volta di Grafica d’arte con ELISA ALLEGRETTI (25 anni di Paliano- Fr). Partendo dal concetto di “riempire e svuotare” ha presentato dei lavori di xilografia- pittura e incisioni su rame di grande impatto visivo. In un’altalena di visi, opere ed emozioni, si ritorna al triennio di Scultura con EMANUELA MORETTI ( 26 anni di Scurcola Marsicana – L’Aquila) e con le sue “piume”. Dopo un attento lavoro grafico, la giovane artista, ha proiettato la leggerezza della piuma in sculture di ferro bi e tri dimensionali. Il primo laureato dell’ABA, tra i ragazzi segnalati, MARCO FRATARCANGELI (31 anni di Ripi- Fr). Media art è la sua specializzazione e  le fotografie sono le opere che ha presentato, in una piccola selezione, di un più vasto catalogo. Attraverso la tecnica della sovrapposizione di immagini, colori e opacità realizza con un software  i suoi lavori ispirandosi alla musica che ascolta durante il processo creativo. I lavori su rame sono invece quelli di GIOVANNA FIACCO (24 anni di Torrice- Fr) del biennio del corso di Grafica. Attraverso la macchia di acido, che ha  valore metaforico di “errore”, ha creato dei cicli grafici in cui la “macchia è raccolta, cancellata, pressata ed evocata”. Stampe che lasciano libero sfogo alla fantasia del fruitore. In Accademia nascono anche delle coppie artistiche come nel caso di IACOPO SPAZIANI e GABRIELE CIPPITELLI  ( età? Di Frosinone) del biennio di Media art che insieme hanno presentato uno stormo di piccoli colibrì in origami, nato per “La Selva di Paliano” , installazione interattiva che è opera- denuncia sullo stato di abbandono in cui da anni versa questa oasi naturalistica in provincia di Frosinone. Altra laureata e questa volta in Pittura, SARA CIUFFETTA ( 30 anni di Campoli Appennino- Fr) si sta dedicando alla scultura lavorando, con un artista tedesco, a Carrara. Poliedrica si dedica anche alla fotografia in un progetto legato alle sue opere in pietra che servono anche per realizzare delle performance. Ogni studente ha le sue peculiarità, tutte interessanti, nell’offerta di un vasto panorama creativo e il nostro excursus di conoscenza continua con MARIA RAPONI (23 anni di Monte San Giovanni Campano- Fr) al quinto anno fuori corso di Decorazione. Il suo percorso artistico parte dall’Optical- Art applicando alcuni moduli nell’arredamento e nell’abbigliamento. I suoi lavori, che per altro la rilassano, sono nel più puro stile in bianco e nero con richiami al gusto british. Altra studentessa, questa volta del biennio di Grafica d’arte, è ROBERTA PANTONE ( 26 anni di Sora- Fr), nasce come pittrice e sottopone alla nostra osservazione lavori di incisione su rame con la tecnica dell’acquaforte stampate poi su carta Cina. Si prosegue con MARIANNA ZENGA ( 28 ANNI di Mignano Monte Lungo- Caserta) del biennio di Graphic –design, sta portando avanti un progetto fotografico collegato alla musica rock. In una stanza buia con luci a led colorate e la musica dei Biffy Clyro, gruppo rock scozzese, realizza le sue foto sperimentali in un discorso di arte gestuale- liberatoria. Si ritorna a Decorazione con FRANCESCO BORRELLI ( 20 anni di Cassino- Fr) studente del triennio che con l’ausilio di una spugnetta ha creato un “timbro” grazie al quale sono nati degli acrilici giocati sul contrasto negativo e positivo, nessun messaggio specifico, solo un ritorno ludico all’infanzia. Arrivati all’ultimo step di incontri, gli ultimi tre studenti, di questo lungo percorso visivo ed emozionale. SHANA CONFLITTI (19 anni di Sora- Fr) al triennio di Decorazione ha mostrato i suoi grandi acrilici su tela, frutto casuale di una sperimentazione sul colore e la pennellata. Pennellate larghe e sottili in cui il nero è dominante. MATTIA ABBALLE ( 22 anni di Isola del Liri- Fr) al triennio di Pittura ha realizzato un “libro d’artista” di grandi dimensioni, compendio dei suoi lavori con acquerelli artigianali (pigmenti e gomma arabica). Dal figurativo, con una modella, è passato ad una ricerca più concettuali sullo spazio in una sovrapposizione di immagini. Ultima studentessa del triennio di Pittura ALESSANDRA CILINO (23 anni di Cammarata- Agrigento). Durante i suoi viaggi per giungere in Accademia, studia i visi degli altri passeggeri traendone spunto e ispirazione per i suoi lavori ad acquerello. Esercitazioni sulle pose e le ombre che hanno la valenza di opere compiute. Una lunga carrellata che, con rammarico, finisce qui, non resta che augurare “ad maiora semper “ a tutte queste giovani promesse artistiche, in attesa di incontrarle nuovamente, tutte, al Premio Art-e 2016 di Veroli.

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ROBERTO CASTELLUCCI : TRA ECONOMIA ED ARTE




Nato a Sora, ma vissuto a Frosinone fino all’età di diciannove anni, dopo la maturità classica si è trasferito a Roma per intraprendere gli studi universitari in Scienze Politiche lavora presso la Banca d’Italia e ha una grande passione: l’Arte. Si sta parlando di uno dei relatori del seminario “ARTE CONTEMPORANEA UN FLUSSO ENERGETICO VITALE”  evento collaterale al Premio Art-e 2016 di Veroli e precisamente di Roberto Castellucci. Entrato subito nello spirito dell’intervista-chiacchierata ha iniziato a raccontarsi delineando il suo profilo professionale ed umano. “L’amore per l’arte è nato per caso e l’ho approfondito iniziando a frequentare gli studi dei più grandi pittori romani del Novecento, particolarmente quelli di Vespignani  ed Attardi. Tipico era la colazione del sabato mattina con Attardi, un momento bellissimo che mi ha segnato, Attardi inoltre scriveva benissimo, ritengo, forse meglio di come dipingesse. Non va dimenticato che all’epoca dietro gli artisti c’erano movimenti culturali e politici, come, ad esempio, il Futurismo lo è stato per Balla, invece oggi questa cosa è andata scemando. L’artista deve essere colto della propria esperienza, essere presente nel proprio tempo, cosciente di quello che fa nel presente”. In posizione polemica verso una certa critica attuale, Castellucci sostiene, infatti, che ultimamente “è la critica a creare l’artista, nulla di più sbagliato, perché la critica deve rivelare quello che è l’artista e  diffonderne il messaggio che in qualche modo egli non riesce a tirar fuori. Invece molto spesso i critici d’arte attuano un progetto più economico che artistico e in base a questo progetto movimentano alcuni artisti rispetto ad altri creando, così, un processo discriminante. Ma la colpa è anche degli artisti stessi perché l’arte è comunicazione e dietro ogni quadro ci deve essere un messaggio, un contenuto e ultimamente, con le nuove tecnologie, si  sta dando più importanza al mezzo della comunicazione rispetto alla comunicazione stessa. Esistono infiniti strumenti per trasmettere un messaggio ma questi non sono il messaggio. La velocità dei mezzi di comunicazione rende il significato effimero e riduce quello che è il prodotto reale dell’arte: il bello. Quello che conta in arte non è il momento storico in cui si produce un’opera, bensì il processo con cui si arriva alla realizzazione della stessa, conta sempre la cultura che c’è dietro al quadro e all’artista”. Castellucci ha inoltre elaborato una sua teoria comparativa tra mercato finanziario e arte :  “La crisi economica globalizzata odierna iniziata nel  2005 ed esplosa nel 2007, a causa dell’eccessiva cartolarizzazione dei titoli edilizi negli USA, procede di pari passo con quella artistica causata dalla negazione dei contenuti  nel privilegio della forma, in un discorso ormai radicato…apparire è meglio che essere!” Funzionario di banca, blogger, esperto d’arte, pittore (la sua prima “personale” si svolge, con lusinghieri esiti sia per la partecipazione che per i riscontri critici, interverrà anche il prof. Bonito Oliva, all’Hotel Eurostars Roma Congress, nel gennaio 2007), scrittore, Castellucci vive queste varie attività in modo “schizofrenico” in una vivificante dissociazione ed in una diversificazione dei ruoli che non collidono, semmai arricchiscono  una personalità intellettualmente vivace e curiosa. E’ certo che tutto ciò sarà il punto di forza del suo intervento al seminario di storia dell’arte contemporanea in programma il venti novembre a Veroli.


FRANCESCO GIULIO FARACHI: IL RUOLO DEL CRITICO D'ARTE FRA INNOVAZIONE E TRADIZIONE




Altro componente della giuria di specialisti, che si affiancheranno nella valutazione delle opere in concorso al Premio Art-e di Veroli, è FRANCESCO GIULIO FARACHI che si è reso disponibile alla consueta chiacchierata-intervista, passaggio obbligato per presentare, a chi legge, queste varie eccellenze e personalità. Nato a Bari, salentino di origine, laureato in Lettere Classiche a indirizzo antichistico/archeologico, da quasi venticinque anni vive a Roma. La sua terra continua a essere viva nel suo percorso professionale con l’influenza delle sue forme d’arte e cultura (e qui basti citare le impronte federiciane come Castel del Monte o il barocco leccese, fra le più note) in una convivenza e confronto quotidiani, vissuti quasi insensibilmente, con queste importanti evidenze storico-artistiche locali. Giornalista, la sua attività professionale primaria è quella di critico d’arte e organizzatore di mostre, oggi in primo luogo nello spazio espositivo che dirige, con la collaborazione di Roberta Sole e del maestro Maurizio Bedini, il MUEF ART GALLERY di Roma: uno spazio giovane nato originariamente come laboratorio di quattro artisti e che è diventato da due anni luogo deputato ad accogliere mostre, nell’intento di creare un collegamento tra le generazioni artistiche di “ieri” e quelle di “oggi”. Un invito alla presa di coscienza “storica” rivolto alle nuove generazioni che spesso ignorano quelli che sono stati i fermenti artistici anche recenti (come quelli degli anni ’70 e ’80 del secolo scorso), per cui Farachi ha voluto raccordare questi universi creativi con un attento lavoro in cui spende uguale dedizione, tempo, passione sia per mostre teoricamente più semplici, sul piano dell’allestimento, che per quelle più importanti e impegnative. La sua esperienza di critico, maturata con decine di mostre all’attivo e con la produzione di un numero imponente di saggi, profili critici, attività editoriali, la metterà, a breve, a servizio del Premio Art-e che ha definito una tappa importante in un calendario fittissimo di eventi che sta organizzando, fra cui spiccano la collaborazione con la nuova Galleria Pulcherrima di Roma, la cura delle esposizioni personali di tre artisti a Roma e quella di un’importante collettiva tesa a storicizzare un gruppo di artisti che ha condiviso lo stesso ambito ispirativo e operativo negli anni fra il 1980 e i primi del 2000. È da segnalare inoltre il suo costante interagire con i professionisti del settore: “sono felice e onorato — dice Farachi – di svolgere in questo periodo diverse attività che ancora una volta mi mettono in relazione con uno studioso insigne come il prof. Strinati e con colleghi di provata competenza e autorevolezza, primo fra tutti Massimo Rossi Ruben, cui mi lega un antico rapporto di stima e amicizia”. Nella valutazione di un’opera egli sostiene che il primo elemento di giudizio debba essere l’impatto emozionale visivo, cioè l’immediata capacità comunicativa e che si debba, nello step successivo, analizzare tecnicamente e analiticamente l’opera senza sovrastrutture e sovrapposizioni in un’integrazione con la sensazione iniziale. “Il lavoro del critico d’arte dovrebbe essere quello di aiutare l’osservatore alla lettura dell’opera nei suoi aspetti di specificità tecnica e di proprietà intrinseche e nell’estrapolazione di quegli elementi che potrebbero non essere di immediata evidenza, ma esistenti nell’opera in oggetto”.  In questo periodo di grande crisi in tutti i settori “esiste una difficoltà di produzione e lettura artistica amplificata proprio da una certa critica che tende all’esagerata valutazione del nuovo”, Farachi quindi auspica il ritorno a un equilibrio critico in cui inoltre sia il sistema artistico a dettare le sue regole al mercato finanziario e non il contrario.  “L’ipereccitazione della nostra società non fa bene all’arte, risentendone la produzione che ne risulta sbilanciata da fattori inquinanti, come ad esempio l’esasperata speculazione economica. L’arte ha bisogno di maggiore calma e riflessività”. Questa l’attenta e obiettiva disanima di Farachi nell’esortazione alla necessità anche di una maggiore autocritica da parte degli addetti ai lavori che in Italia sono influenzati da una formazione in cui lo studio di una storia dell’arte basata maggiormente sui canoni della grande esperienza rinascimentale e barocca diventa, a volte,  una lente deformante che rende più difficile saper guardare all’attuale: così da parte di alcuni si cade nella stanca riproposizione di modelli ineguagliabili o, peggio, ormai esausti, altri, all’opposto, reagiscono con una sorta di rifiuto riguardo ogni tradizione. Discorso valido anche verso molti di quegli artisti contemporanei che guardano al passato con disinteresse e quasi avversione derivanti da impostazioni più ideologiche che di merito e, purtroppo, spesso da scarsa conoscenza. “L’arte non deve essere vista come rimpianto del passato, sorta di rifugio in ciò che è consolidato, ma neppure bisogna guardare al nuovo come ciò che ha valore a prescindere”.  Con questi presupposti chi sarà giudicato nel contest di Veroli potrà esser certo che i propri lavori saranno valutati con un metro di giudizio super partes.


martedì 1 novembre 2016

UN COLONNELLO NELL'ARTE




  Ogni concorso qualitativamente importante, di qualsivoglia genere, per regola deve essere presieduto da una giuria altrettanto importante a garantirne regolarità e massima serietà. Non deroga da questa regola il Premio Art-e 2016 di Veroli, contest di arti visive contemporanee, nelle sezioni di Pittura, Scultura-installazioni e Fotografia. Per entrare nel vivo di un evento che si preannuncia fondamentale per la crescita e visibilità della cittadina ernica e non solo, chi scrive ha ritenuto doveroso conoscere le eccellenze che avranno il compito di grande responsabilità, quello cioè di individuare, selezionare ed infine premiare le opere di artisti partecipanti, nell’obiettivo di far emergere personalità finora nascoste o non sufficientemente valorizzate.

Ad aprire la carrellata di interviste-conversazioni è stata la disponibilità, tra i suoi tanti impegni istituzionali, del Tenente Colonnello della Guardia di Finanza, Massimo Rossi, ora di stanza a Grosseto con l’incarico di “Capo Ufficio Comando”. Ciociaro di nascita, ma ormai cosmopolita per lavoro e per vocazione, Rossi si è arruolato nel Corpo giovanissimo, salendo tutti i gradini della gerarchia gallonata (finanziere, sottufficiale e ufficiale) fino a raggiungere il grado odierno. Laureato in Economia e Management con specializzazione in gestione e valorizzazione del patrimonio museale, ha operato per molti anni a capo delle Sezioni e poi del Gruppo deputato alla difesa del patrimonio culturale, incominciando dalla Tenenza di Tarquinia, dove ha potenziato il dispositivo di vigilanza sui compendi archeologici per il contrasto agli scavi clandestini in Etruria meridionale. Nel 2000 viene trasferito presso i Reparti Speciali, dove consolida l’esperienza operativa con la Magistratura attraverso il sistema delle rogatorie internazionali volte al rimpatrio di opere trafugate. Ha collaborato con la Facoltà di Fisica Energetica de La Sapienza – Università di Roma, partecipando al board scientifico di numerosi progetti correlati all’Archeometria, nella lotta alla contraffazione dei beni culturali presenti nell’indotto antiquario.

Con i militari dell’A.R.T. (Art Recovery Team) ha attraversato gli oceani recuperando capolavori esportati illecitamente in territorio estero, poi restituiti alla fruizione pubblica nazionale. Ma come da sua stessa ammissione l’operazione più emozionante è stata, soprattutto per un intrinseco valore affettivo legato alla sua terra di origine, quello del c.d. “Sarcofago delle Quadrighe”, un unicum di officina funeraria romana di età imperiale che era stato asportato nel 1991 dall’altare della pieve di San Tommaso e rinvenuto a Londra, presso un antiquario. L’università del Sannio e l’Amministrazione Provinciale di Benevento lo hanno più volte coinvolto nel progetto culturale “Discorsi visivi. Idee in arte”, giunto ormai alla terza edizione.

Personalità poliedrica, alterna agli incarichi istituzionali, quelli legati alle passioni che coltiva fin da ragazzo, per l’Arte e la Scrittura. Con il nom de plume “Rossi Ruben” è direttore di collane editoriali e autore di saggi scientifici e di critica d’arte moderna e contemporanea, specie per i contest che coinvolgono artisti emergenti di cui è scopritore e mentore. Appassionato estimatore delle correnti artistiche del secondo Novecento, in particolare del recente contemporaneo, in collaborazione con numerosi altri critici, tra i quali Claudio Strinati, Lorenzo Canova e Francesco Giulio Farachi, curerà a breve altre iniziative editoriali legate a manifestazioni, in Italia e all’estero, presso gli Istituiti Italiani di Cultura, con la finalità di individuare e selezionare “il nuovo che avanza”, stesso obiettivo che si è posto il Premio Art-e di Veroli e di cui Il Colonello Rossi sarà uno dei giurati di eccellenza.



Una ventata di aria nuova a Veroli in campo artistico: arriva “ART-e”,  un contest organizzato dall'Accademia delle Arti con la Direzione Artistica di Luciano Costantini e con il contributo scientifico di Massimo Rossi Ruben e Francesco Giulio Farachi. Una manifestazione che intende adempiere alla funzione di attrattore sul territorio italiano per una ben individuata compagine di talenti e personalità artistiche – nazionali ed estere – che si sono distinte nel campo dell’arte e della creatività, attraverso eventi, che interesseranno di volta in volta varie città Italiane.  Il concorso artistico si svolgerà nei giorni 18/19/20 novembre a Veroli presso l'ex Convento dei Padri Agostiniani nonché in altri due spazi espositivi attigui, SEAC - Spazio Espositivo Arte Contemporanea e la Galleria della Catena.

Le Sezioni Artistiche della rassegna riguarderanno: Pittura, Scultura e Installazione, Fotografia, Sezione speciale “Dipingi Veroli” (opere realizzate in estemporanea con rappresentazione di scorci e vedute del centro storico di Veroli).  Un evento strutturato con taglio manageriale grazie anche alle sinergie di nomi illustri nel campo dell’Arte, uno tra tutti il Professor Claudio Strinati, già Dirigente Generale del MiBACT (Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo) e storico Soprintendente del Polo museale romano, oggi ritenuto uno dei maggiori e più autorevoli conoscitori della storia dell’Arte nonché figura poliedrica e multidisciplinare del panorama critico-artistico internazionale. Presidente onorario della giuria del contest, Strinati verrà affiancato e coadiuvato da altre personalità orbitanti nel mondo dell’arte contemporanea, quali Luigi Fiorletta, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone; Massimo Rossi Ruben, Critico d'Arte attivo da oltre un ventennio nella catalogazione di giacimenti culturali dopo aver maturato una specifica competenza nella Guardia di Finanza, nell'articolazione preposta alla tutela dei beni storico-artistici; Francesco Giulio Farachi, anch’egli Critico d'Arte e Giornalista che si occupa primariamente di arte contemporanea, con particolare attenzione alle nuove tendenze e generazioni artistiche italiane e internazionali; Viviana Vannucci, Storico dell'Arte, autrice di numerosi saggi e contributi storico-critici e scientifici; Francesco Ciaffi,  Vicedirettore della Galleria d’arte Edarcom Europa di Roma, partner scientifico del progetto; Augusto Ozzella, Curatore di eventi e Presidente dell’Associazione culturale Cosmoart; Roberta Sole, Responsabile degli eventi della MUEF Art Gallery di Roma, altro partner ideativo della manifestazione.  A latere del concorso di abilità, sono previsti altri eventi che riguarderanno moda, charity, poesia e spettacolo dal vivo: Luciano COSTANTINI "100 Opere per Save the Children" , mostra personale di pittura con finalità benefiche per la Onlus “Save the Children” (inaugurazione Sabato, 19 novembre, h 17.00); "CONTEMPORANEA. Generazioni a confronto”, mostra collettiva con opere di: ATTARDI, BENAGLIA, CALABRIA, COLAGROSSI, FERRANTE, FORTUNATO, MASCETTI, MOLLE, OLIVA, PICCOLO, ROSELLI, SEGATO, STIGLIANO, TARDIA e VESPIGNANI (inaugurazione Sabato,  19  novembre, h 17.30); "Arte-e & Moda", sfilata di moda con creazioni di Monica PAVIA e tableaux realizzati dallo stilista Elio VOLPARI (Sabato 19  novembre, h 18.00); "Parole in Arte", recital di Nicola Masotti e Cesare Marinacci, con musiche tratte da un collaudato repertorio classico , collegato alla mostra "100 Opere per Save the Children" (Sabato 19  novembre, h 19.00), infine "Arte contemporanea. Un flusso energetico vitale", lectio/seminario  (Domenica  20 novembre, h 10.00/13:00).

Agli Artisti ospiti: BARSCIGLIE’; CENTRA; BALDASSARRA (fuori concorso) sarà riservata una sezione speciale.

L’evento si concluderà con la premiazione degli artisti selezionati dalla giuria, i quali verranno immessi nel circuito di importanti rassegne volte a valorizzare le peculiarità di ognuno, oltre alla consegna di targhe speciali, con il successivo inserimento nel catalogo/pubblicazione del Premio Art-e, con saggio critico dedicato.


Non resta che augurare a tutti, organizzatori e partecipanti, “ad maiora semper”!