giovedì 30 luglio 2015

UN GIULLARE A FROSINONE





IL TEATRO TRA LE PORTE di Frosinone prosegue la sua escalation questa volta, addirittura, con un testo firmato dal premio Nobel per la Letteratura Dario Fo, interpretato  da Ugo Dighero, il 29 luglio, nella sempre affollatissima Piazza Valchera. Il testo in questione, sicuramente il più celebre e significativo di Fo, é MISTERO BUFFO. Presentato per la prima volta come “giullarata popolare” nel 1969 a Sestri Levante, è di fatto un insieme di monologhi che descrivono alcuni episodi ad argomento biblico, ispirati ad alcuni brani dei vangeli apocrifi o a racconti popolari sulla vita di Gesù. Ebbe molto successo e fu replicato migliaia di volte, perfino negli stadi , in oltre cinquemila allestimenti in Italia e all’estero. È recitato in una lingua reinventata, una miscela di molti linguaggi,  detta grammelot, che assume di volta in volta la cadenza e le parole, in questo caso, delle lingue locali padane. Lo stile irriverente e portato all'eccesso, fa richiamo alle rappresentazioni medioevali eseguite dai giullari e dai cantastorie e alla Commedia dell’Arte. Un’opera comica e dissacrante, in cui la vis satirica é strumento di denuncia contro una millenaria politica di asservimento delle classi  sociali subalterne. Due sono i monologhi affrontati da Dighero ,Il primo miracolo di Gesù Bambino e La parpàja topola, due tra i brani più famosi del repertorio di Fo che uniscono un grande divertimento ad un forte contenuto sociale trattati con la medesima leggerezza narrativa.
Il primo monologo, Fo, lo costruisce prendendo spunto dai "Vangeli apocrifi", quell'insieme di storie legate alla vita di Gesù e degli apostoli, che furono alla base di tutta la letteratura paleocristiana e, pur essendo non credente, ne fa un testo rispettoso , non blasfemo, visto con l’occhio “dell’uomo comune” creando così una  narrazione dallo spessore umano e non trascendente. Il vangelo apocrifo dal quale è tratto Il primo miracolo di Gesù Bambino è detto "Proto Matteo". La storia parte con la descrizione del viaggio dei Re Magi verso Betlemme e del loro arrivo alla capanna dove Gesù, Giuseppe e Maria sono circondati dai pastori che recano doni al bambinello e prosegue con la fuga in Egitto della Sacra Famiglia. Durante il viaggio Gesù, Giuseppe e Maria si fermano a Jaffa  dove trovano alloggio in una stamberga in periferia più malridotta della stalla di Betlemme. Giuseppe e Maria vagano per la città per trovare lavoro lasciando, in mezzo alla strada, il piccolo Gesù a cercare amicizie tra i suoi coetanei. Gesù si trova nella condizione del "diverso", “ribattezzato” Palestina dagli altri bambini, cerca di vincere il rifiuto che gli oppongono e, pur di farseli amici, di riuscire a giocare e ridere con loro, decide di compiere un piccolo, grazioso miracolo…trasformare l’argilla in veri uccellini. Subito i bimbi entusiasti lo eleggono " capo dei giochi ", ma quel divertimento assurdo e fantastico viene distrutto dall'antipatico e prepotente figlio del padrone della città. E qui la visione di Fo ci presenta un Gesù uguale a tutti i bambini del mondo con i suoi capricci, le sue disubbidienze, le sue piccole vendette per affermare il suo “io umano “ pur nella “diversità”  che deve essere accettata e non rifiutata.
Dighero prosegue con La parpàja topola tratta da " Il fabulazzo osceno " del 1982. Per " osceno " l'autore intende tutta l'area dell'interdetto, del censurato dalla classe dominante : il sesso, i genitali e le altre componenti di un repertorio sempre represso, ma patrimonio della fantasia e della libertà trasgressiva del popolo. Liberamente tratta da un fablieux del 1100 circa del nordest della Francia, narra di un giovane e sempliciotto capraio, Giavan Pietro, divenuto improvvisamente benestante per le ricchezze lasciategli in eredità dal suo padrone ed unico amico, affetto da una forma di misoginia, vera idiosincrasia verso le donne causando al povero ed ingenuo pastore il terrore e il rifiuto verso l’altro sesso. Con l’improvvisa ricchezza Giavan Pietro diventa, per le ragazze del paese, un “partito appetibile” , in special modo per Alessia la più bella di tutte che deve maritarsi per occultare la sua passione, ricambiata, nei confronti del parroco Don Faina. Aiutata dalla madre Vulpassa riesce nell’intento d’ingannare l’ingenuo pretendente  e a sposarlo. Ecco il coup de théâtre , sarà proprio il cuore puro e senza malizie del giovane a vincere sugli inganni tramati e sul “fabulazzo osceno” e  a far breccia nei sentimenti di Alessia in un finale di grande tenerezza poetica.

Ugo Dighero , cresciuto in una famiglia dove il teatro era di casa per passione non per lavoro, ha iniziato la sua carriera a diciannove anni presso la scuola del Teatro Stabile di Genova, dove è nato.  Conosciuto, principalmente per i suoi ruoli televisivi (Avanzi;  Hollywood Party ; Un medico in famiglia;  Mai dire gol ; R.I.S. - Delitti imperfetti ; Rossella…per citarne solo alcuni) è stato, per chi scrive e non solo, una grande rivelazione teatrale….mattatore istrionico anche nel presentare i due monologhi che sono entrati nella sua vita, nella sua mente e nel suo cuore trentacinque anni fa dopo una “folgorazione” televisiva  quando la Rai trasmise, in sei puntate, Mistero Buffo. Un grande amore, quindi, lo stesso che ha trasfuso in chi ha avuto il privilegio di assistere al suo spettacolo, ieri sera, tenendo il foltissimo pubblico col fiato sospeso in un religioso silenzio interrotto solo dalle risate, in due prove di grandissima bravura ,di inarrestabile agilità verbale e fisica da vero e coinvolgente “giullare”.  Instancabile ha donato un bis con una sua "poesia futurista" in un ideale ponte verbale e intellettuale con Fo in cui ha denunciato i giochi di potere, la politica delle guerre e del denaro dei paesi occidentali attraverso l'immagine di un aereo che esporta la DEMOCRAZIA"...perchè noi siamo i buoni, abbiamo una mania esportare la democrazia, non la tua, la MIA!"  Auspichiamo tutti un suo futuro ritorno, in quel di Frosinone, per poter  rivivere i momenti  che ci ha regalato di straordinaria professionalità e di disponibile umanità. Ad majora semper !

mercoledì 15 luglio 2015

FLEBOWSKY STORIE DI ORDINARIA CORSIA








Anche per il secondo appuntamento ( 15 luglio) con il TEATRO TRA LE PORTE si è registrato il sold out a Frosinone. Un’iniziativa che sta riscuotendo il meritatissimo successo grazie all’impegno dell’Amministrazione comunale e alla qualità delle compagnie teatrali che, ogni mercoledì sera, si stanno passando il “testimone” in un rendez-vous ormai irrinunciabile per tutta la cittadinanza. Parafrasando “Storie di ordinaria follia” di Charles Bukowski, Nicola Pistoia, alias Flebowsky, ha portato in scena “Storie di ordinaria corsia” in cui, effettivamente, un po’ di “follia” serpeggia tra le corsie di questo immaginario ospedale. Un lunghissimo atto unico ( circa due ore) , un monologo, con intermezzi dialoganti, sostenuto con brillante e faticosa presenza scenica da Pistoia,  Ketty Roselli e Armando Puccio . Una riduzione teatrale del testo letterario di Fabrizio Blini che con sguardo divertito, attraverso una lente d’ingrandimento spietatamente realistica, mette a nudo più i vizi che le virtù del mondo ospedaliero con un linguaggio graffiante e parodistico…”Ho visto cose  che voi umani non potreste immaginare…” da questa citazione del  film cult Blade Runner, Flebowsky, comincia il suo lungo monologo sulla vita ospedaliera e su tutto ciò che le ruota intorno.. Flebowsky è il malato cronico ( o immaginario?) n°24 che è” una ventina di casi unici…un degente da manuale…un artista… dalle sue cartelle cliniche risulta che ha imparato a ricoverarsi prima d’imparare a camminare, “nella mia biblioteca ho il dispiacere di ostentare una Treccani di cartelle cliniche, una collezione di lastre e di Tac rarissime, esami brillantemente superati con la temperatura media del trentanove e sette: un meraviglioso viaggio nel corpo umano, il mio”…. In una sorta di “bestiarium medievale” vengono presentate tutte le tipologie di persone che gravitano negli ospedali senza omissioni e senza sconti a nessuno…uno sguardo ironico e amaro sui medici nelle loro varie gerarchie, sugli infermieri, sui portantini, sui parenti in visita presentati, in un allarme rosso, come fantascientifici “visitors” e sugli stessi malati anche loro sezionati da un “bisturi” impietoso. A Ketty Roselli e Armando Puccio il compito di rappresentare tutta questa umanità, più o meno dolente, nei loro vorticosi cambi di costume e di personaggio facendo da contraltare al lungo monologo del paziente n°24. Nessuno è stato dimenticato: c’è la suora cappellona “nazista” verso i malati ( Suor Caporetto- Armando Puccio), c’è la portantina coatta che spinge la sedia a rotelle cantando in romanesco (Ketty Roselli), ci sono il dottorino alle prime armi, il medico distratto dalle chattate con l’amante di turno (Armando Puccio), la caposala in versione “militare" con un camice “pluridecorato” affetta da sindrome di onnipotenza, la psicologa dolce ed umana, la moglie pugliese , di un ricoverato, iper efficiente ed iper rompiscatole ( Ketty Roselli), il malato che ne sa più dei medici e dispensa consigli e prescrizioni mediche a tutti (Armando Puccio)…nessuno è stato dimenticato in un ospedale che è Circo e non luogo, dove l’unico momento di umanità si avverte alla vigilia di Natale. In tutta questa tragica farsa è la battuta conclusiva a racchiudere il vero, umano e filosofico senso di tutta la pièce : “È necessario comprendere che la gente non muore perché si ammala, ma si ammala perché comincia a morire”. Inutile sottolineare la grandissima performance dei tre protagonisti e la loro straordinaria capacità di far riflettere ridendo grazie anche a Gigi Piola  che con il suo timbro registico ha contribuito alla straordinaria riuscita dello spettacolo.


giovedì 9 luglio 2015

NON C'E' DUE SENZA TE DIVERTE FROSINONE




Con un’esilarante ed improbabile commedia sulla bigamia, anzi “biandria”, torna (mercoledì 8 luglio),  per il terzo anno consecutivo, l’appuntamento teatrale all’aperto, TEATRO TRA LE PORTE della città di Frosinone e nella fattispecie del suo centro storico, cuore cittadino, che, grazie a questa  e ad altre importanti  iniziative culturali dell’amministrazione Ottaviani, ha ricominciato a “pulsare”  di vita. La commedia che inaugura la stagione estiva è NON C’E’ DUE SENZA TE scritta e diretta da Toni Fornari e interpretata da un cast di giovani, ma talentuosi attori, tra cui due figli d’arte Carlotta Proietti e Marco Morandi.  Un testo  che riporta alle pochades di Feydeau, una commedia brillante che richiama i fasti d’oro del Teatro Sistina, quello di Garinei e Giovannini,  riletto nel linguaggio di oggi da un geniale Toni Fornari, in cui i tempi teatrali serratissimi sono scanditi da gags a raffica e quelli comici funzionano con la precisione di un orologio svizzero. Una storia surreale, ma che potrebbe rappresentare il sogno proibito di molti …la bigamia o meglio come dice la protagonista Claudia Campagnola in una sua battuta la biandria. Maria-Teresa ( Claudia Campagnola) ha due mariti opposti e complementari : Giorgio (Matteo Vacca) affettuoso, ma petulante professore di matematica , di “verdoniana” memoria, maniaco del controllo e delle misure, ha sempre il metro in mano, e Danny (Marco Morandi),  novello ”figlio dei fiori” tenero “bambinone” maniaco di Jim Morrison alla ricerca di continua ispirazione, anche aiutato dagli spinelli, per ultimare la composizione di una sua canzone in “gestazione” da quattro anni. Maria- Teresa si divide equamente tra i due amandoli allo stesso modo, ma con continui sotterfugi lavorativi, è una scrittrice di romanzi, che le permettono di potersi sempre assentare senza destare sospetti . In questo meccanismo vertiginoso di continue partenze ed arrivi si inserisce Sara, ( Carlotta Proietti , convincente nel suo ruolo di finta svampita stile “Bice Valori” ) sua amica, confidente ed editrice. Tutto funziona come un cronometro finchè Maria- Teresa pensa di essere incinta e la commedia diventa farsa…chi sarà il padre? Fortunatamente la sua è solo una gravidanza isterica, e Sara diventerà strumento del destino per  districare una matassa ormai ingestibile  . In una cena a casa di Maria e Giorgio è ospite Danny che casualmente aveva conosciuto il suo “rivale” in un negozio di abbigliamento per bebè, nascendo subito tra i due  una forte empatia.  Alla cena Maria, ormai preda di divertentissime crisi isteriche,  non ha il coraggio di presentarsi delegando l’amica a risolvere l’impasse e non sapendo come affrontare l’argomento Sara si ubriaca seguita a ruota dai due inconsapevoli “cornuti”. Scatta così il ribaltamento dei ruoli, adesso è Maria- Teresa ad essere tradita e Sara ad aspettare un figlio, ma da chi? Ancora lo zampino del destino, Sara aspetta due gemelli! Potrebbe essere la giusta conclusione di questo scambio di coppie, ma ecco il “ coup de théatre” , è stato tutto un sogno, anzi la trama dell’ultimo romanzo di Mariateresa. Un cast affiatatissimo di veri amici che ha dato un valore aggiunto alla splendida riuscita della pièce, una Piazza Valchera mai vista così affollata e soprattutto divertita, un vero tripudio alla simpatia, bravura e squisita disponibilità dei quattro protagonisti che hanno ringraziato il pubblico attraverso le parole affettuose di Claudia Campagnola e la canzone "finalmente ultimata" di Marco Morandi.  Meglio di così non si poteva  cominciare e come si dice “ chi ben inizia è a metà dell’opera”!



lunedì 6 luglio 2015

IL FESTIVAL NAZIONALE DEI CONSERVATORI ITALIANI ALLA SUA TERZA EDIZIONE



E’ ripartita ieri sera, cinque luglio, la terza edizione del FESTIVAL  NAZIONALE  DEI CONSERVATORI ITALIANI  della città di Frosinone, madrina di eccezione, del Galà di apertura , Eleonora Giorgi. Una manifestazione che si può definire evento, in quanto realtà  entrata a pieno titolo nel tessuto cultural-musicale cittadino e non solo, atta alla promozione del territorio oltre alla formazione e alla conoscenza di centinaia di giovani  promesse musicali del nostro paese. Uno sforzo organizzativo notevole,  quello del Conservatorio “Licinio Refice” e del Comune,  che pone le sue basi su istituzioni, risorse, ma soprattutto  su persone e professionalità, nell’intento di un continuo perfezionamento del festival che chiuderà i battenti domenica due agosto con la serata finale e la premiazione dei vincitori.  A dare ufficialità alla serata di inaugurazione i saluti del Sindaco Ottaviani e del Direttore Ramunto , i quali hanno espresso tutta la loro soddisfazione per un evento nato da una semplice chiacchierata serale tra amici e che è diventato  in soli tre anni un consolidato appuntamento estivo, in una crescita continua di valori aggiunti, nella scommessa reciproca di portare sempre più cultura a Frosinone e alla sua provincia. Una delle novità di quest’anno sarà l’introduzione della proiezione video di presentazione dei vari gruppi che calcheranno il palco di Piazzale Vittorio Veneto. I vincitori della passata edizione hanno avuto il compito di far decollare musicalmente la serata , gli AIRE DE MAR : Marco Collazzoni (sax soprano e flauto traverso) e Martin Diaz  (chitarra e voce), allievo quest’ultimo del Conservatorio “Alfredo Casella” dell’Aquila , un trio, “orfano” in questa edizione delle percussioni ( Saverio Federici). Un gruppo jazzistico che propone in particolare musica argentina e latina in genere, spaziando da pezzi originali a motivi tipici del folclore latino americano, nato dall'incontro dei tre studenti dei conservatori dell'Aquila, Fermo e Perugia,  segno di un chiaro obiettivo perseguito dai musicisti, volto a promuovere una comune identità legata alla tradizione afro-latino americana, cultura ampiamente espressa proprio dal chitarrista argentino Martin Diaz . Tra i brani eseguiti un pezzo composto proprio da Diaz , Baila, a cui hanno fatto seguito il bolero Sabor a mi; un omaggio a tre classici della tradizione musicale italica Roma nun fa la stupida stasera, 'O sole mio e Nel blu dipinto di blu, nella loro particolarissima rilettura jazz; un ricordo della loro collaborazione teatrale con la grande Anna Marchesini , al Piccolo di Milano, Piccole Muse, brano nato in un momento di relax e di meditazione durante le prove e per concludere Arzachenas. Nell’intervallo tra i due momenti musicali , l’intervista ad una bellissima e dolcissima Eleonora Giorgi, condotta con la solita spigliatezza e simpatia da Mary Segneri  ormai collaudata e ufficiale presentatrice di tutti gli eventi frusinati. Un amarcord dei momenti salienti della carriera dell’attrice e dei suoi “compagni” storici, Verdone, Celentano, Pozzetto. Per ciascuno di loro ha avuto parole di amicizia di, tenerezza, di nostalgia, specie per Verdone e per il film che l’ha consacrata attrice famosa: Borotalco. Donna poliedrica, è ora anche scrittrice, infatti sta ultimando la sua autobiografia di cui non ha voluto anticipare il titolo e che uscirà per la Mondadori a febbraio ,garantendo che  verrà a farne la presentazione anche a Frosinone per la quale ha espresso parole di elogio sincere, oltre all’augurio di successo per tutti i giovani che dal nove si esibiranno per il concorso, con l’esortazione allo studio per arrivare all’eccellenza nel loro settore e a uscire nel mondo per far conoscere la grande creatività artistica dell’Italia. Si è ripartiti con la musica dei LIVING BLUES un settetto del Conservatorio “Ottorino Respighi” di Latina sotto la guida di Mauro Zazzarini alla chitarra elettrica, una formazione prettamente blues (organo Hammond, due chitarre elettriche, basso elettrico, batteria e due voci femminili) che ha “pescato” a piene mani nel repertorio di Etta James , cantante statunitense jazz, blues, rhythm and blues e gospel. I just wanna make; High hell sneakers; I go crazy; I’m a woman; Bright light; Monkey man, sono solo alcuni dei brani eseguiti nella loro lunga performance che ha galvanizzato tutta la vasta platea ormai ipnotizzata dalle splendide voci di Micol Touadi e Luisiana De Marco. Una serata frizzante , energizzante che ha regalato a tutti non solo musica di serie A, ma anche “refrigerio” al grande caldo della giornata.




venerdì 3 luglio 2015

MORRICONE DIRIGE MORRICONE









Ieri sera , 2 luglio, per l’ ESTATE A SANTA CECILIA 2015, all’Auditorium Parco della Musica di Roma , l’evento per antonomasia : MORRICONE DIRIGE MORRICONE. E’ notizia recentissima che l’ottantasettenne Maestro di Roma scriverà le musiche per il prossimo film di un altro illustre, il regista Quentin Tarantino. Morricone in occasione dell’Oscar alla carriera ricevuto nel 2007, aveva dichiarato che quel riconoscimento non rappresentava un punto di arrivo, ma di partenza , un ulteriore stimolo alla composizione di musica da film sempre nell'ottica  del rinnovamento e della sperimentazione. Morricone infatti vive da sempre una “pesante” dicotomia tra il compositore di musica “commerciale”, quella delle sue colonne sonore, e la sua più vera ed intima vena compositiva quella della musica contemporanea di sperimentazione. Allievo di Goffredo Petrassi, uno dei padri della musica italiana del Novecento, egli, dal 1964 entra a far parte del Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, un gruppo di compositori,  fondato qualche anno prima da Franco Evangelisti, con cui Morricone suonò e registrò album fino al 1980. Ensemble, che si occupava principalmente di musica d'avanguardia e di improvvisazione libera e che si proponeva di ricercare nuovi metodi musicali nel campo della sperimentazione. Se la musica da film di M. è universalmente conosciuta ed amata è perché poggia le sue basi su una solidissima tecnica compositiva, tanto da rendere le sue colonne sonore, creazioni non di “musica di consumo”, bensì  grandi pagine dal respiro sinfonico classico nel senso più pregnante del temine.  Ne è stata prova lampante e folgorante il secondo brano della serata tratto da La Bibbia: LA CREAZIONE a cui ha fatto immediato seguito  LA TORRE DI BABELE. Scritta per l’omonima produzione cinematografica del 1966 di John Huston, non fu mai inserita nella colonna sonora del kolossal hollywoodiano  per problemi burocratici contrattuali tra la RCA e il produttore Dino De Laurentiis. Lasciata nel dimenticatoio per decenni, La Creazione da qualche tempo compare nelle programmazioni dei concerti morriconiani. Una partitura completamente lontana dall’immagine usuale a cui siamo abituati, quella sicuramente più vicina alle sue  intime corde .  Un organico imponente quello dell’Orchestra  Sinfonica e del Coro dell’ Accademia Nazionale di Santa Cecilia che in una sinergia emotiva prima che musicale  , ha ricreato anche visivamente la potenza deflagrante del  “Big Bang”. Nelle note di Morricone, potrei asserire, senza tema di smentita,  c’era il gesto supremo di Dio e tutto il suo Amore  per il Creato, nell'atto primordiale della sua nascita, paragonabile solo alla bellezza e grandiosità michelangiolesca della Cappella Sistina. Ho tralasciato volutamente di parlare degli altri brani della programmazione ( Meditazione orale - testo e voce recitante di P.P.Pasolini; Il buono, il brutto e il cattivo; Nostromo; Per le antiche scale- L’eredità Ferramonti; e il medley Oscar per i film : Days of Heven- Gli Intoccabili- Bugsy- Nuovo Cinema Paradiso- Malena- Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto- Mission- Falls- On Earth as it in Heaven)  su cui altri critici recensori hanno versato fiumi d’inchiostro, per porre l’accento sul Morricone compositore “sconosciuto” ai più, il Morricone “nascosto”  del comporre impegnato che lo mette sullo stesso piedistallo dei grandi  musicisti  del Novecento. Un doppio bis ed un’ovazione dalla forte valenza ringraziatoria ad un uomo che malgrado sia avanti con gli anni ed abbia diretto per oltre due ore, con un busto ortopedico, continua a spendersi generosamente per elargirci emozioni  profonde anche “violentando” il lato più profondo ed intimo del suo sentire compositivo.