sabato 25 febbraio 2017




Terzo appuntamento, ieri alle 18, all’Auditorium “Daniele Paris” di Frosinone con NUOVI INTERPRETI IN CONCERTO e che ha visto protagonisti : CRISTIANO VECCHI e MANUEL CARUSO.
Entrambi allievi del Conservatorio “Licinio Refice” del capoluogo ciociaro, entrambi laureati alla Sapienza, entrambi giovani promesse del pianoforte. Un programma legato alla musica del Novecento e dell’Ottocento ampiamente illustrato dalla Prof.ssa Elisa Petone coordinatrice del progetto. Programma quanto mai impegnativo per la difficoltà dei brani scelti degni di musicisti con grande bagaglio di esperienza interpretativa. La prima parte del concerto ha avuto come protagonista assoluto Dmitri Shostakovich, eseguito da Cristiano Vecchi, e la sua Sonata n.2 op.61, dedicata alla prematura scomparsa  del suo maestro Leonid Nikolayev e composta tra il 1942 e il 1943. Una sonata tripartita (Allegretto- Largo- Moderato, Allegro non troppo) che si ascolta raramente nelle sale da concerto. Influenzata dal genere sinfonico , risente dell’eredità di  Beethoven, Schubert, Bruckner, Tchaikovsky , Mahler e della drammaticità del periodo bellico in cui fu composta. Nella seconda parte alla tastiera Manuel Caruso con brani di grande virtuosismo ad iniziare dalla trascrizione di Ferruccio Busoni, per pianoforte, della Ciaccona ,per violino, di Bach. Nel trascrivere la "Ciaccona", Busoni si ispira al virtuosismo violinistico con l’intento di dimostrare come il linguaggio e lo stile di Bach potessero esser elaborati su uno strumento così diverso dal violino, come il pianoforte per l'appunto, valorizzando l’armonia e la polifonia del pezzo originario. Si prosegue con la Ballata n.2 op. 38 di Chopin scritta tra il 1836 e il 1839 e dedicata a  Robert Schumann che in precedenza gli aveva dedicato la sua Kreisleriana. Genere inventato dal musicista polacco  in quanto fino a quel momento le ballate erano concepite per voce e strumento. La prima parte della composizione ha un carattere pacatamente narrativo che si evolve drammaticamente nella seconda parte fino al tragico epilogo. Le ultime note del concerto sono quelle delle Variazioni su un tema di Paganini op.35 di Johannes Brahms del 1836 tratte dal Capriccio n. 24 per violino.  Al suo apparire l'opera fu molto discussa anche da parte dei sostenitori di Brahms, compresa la stessa Clara Schumann; ad alcuni parve infatti una mera esibizione di virtuosismo tecnico fine a se stesso, non sorretta da una reale necessità espressiva. In realtà Brahms intendeva la sua opera come una riflessione sul significato storico della ricerca condotta a suo tempo da Paganini,  una ricerca che aveva come oggetto innanzitutto la sonorità strumentale, più che l'armonia, la forma o l'invenzione tematica.  Lunghi e calorosissimi applausi per i giovani e promettenti interpreti che hanno dimostrato di padroneggiare con sicurezza la tastiera. Il prossimo appuntamento con “Nuovi interpreti in concerto” a marzo per scoprire altri talenti del Refice.



mercoledì 15 febbraio 2017

OCRE & ORO AL MUEF ARTGALLERY DI ROMA




Trenta artisti dalla Spagna a Roma, con “Ocre & Oro” al MUEF ArtGallery 
Il MUEF ArtGallery Spazio espositivo di Arte Contemporanea curato da Roberta Sole, Francesco Giulio Farachi e Maurizio Bedini ha ospitato l’associazione internazionale di artisti “Ocre & Oro” tornata a Roma con una nuova mostra collettiva d’Arte Contemporanea. La mostra, intitolata “COLISEO” curata da Julia Herrera, stimata promotrice culturale e presidentessa di Ocre & Oro, vede coinvolti trenta artisti – divisi tra le specialità di Pittura, Scultura, Incisioni, Tecnica Sumi-e, design di Gioielli e Poesia – provenienti dalla Spagna e da altre parti del mondo. L’associazione Ocre & Oro, gira a Roma dall'anno 2008, comincia il 2017 tornando a Roma, città che ne è madrina per aver ospitato la prima edizione del “Festival dell’Appia Antica”, e 7 esposizioni d’arte contemporanea con artisti provenienti da diversi paesi del mondo, fra cui Spagna, Francia, Marocco, Messico, Brasile, Argentina, etc. Durante questi anni gli artisti di Ocre & Oro hanno potuto mettere in mostra opere rappresentative della loro produzione in molte capitali europee ed extraeuropee.
La Presidentessa di Ocre & Oro, Julia Herrera de Salas, è stata vincitrice per ben due volte del “Premio Internazionale Mediterraneo” per la sua opera di promozione culturale in favore della pace e della fratellanza tra i popoli: un intento di internazionalizzazione e multiculturalità che è condiviso dal “MUEF ArtGallery” con i suoi soci e promotori d’arte.
Durante il vernissage che si è tenuto sabato 28 Gennaio 2017 la serata è stata allietata dalla lettura di poesie e dalla musica del cantautore Giovanni La Rosa. Nel corso dell’esposizione si è svolta la seconda edizione del Premio Ocre & Oro che è stato assegnato a uno degli artisti in mostra in base al voto anonimo dei visitatori. Tale premio ha offerto al primo classificato la possibilità di figurare nel catalogo come vincitore del " Premio Ocre & Oro 2017 ".

A due passi dal Colosseo, luogo simbolo dell’antica Roma imperiale e da cui la mostra ha preso il nome, in una metafora non tanto nascosta che evoca, suggerisce, lo strano rapporto che si è venuto a creare tra il mercante d’arte e l’artista, tra il fruitore dello spettacolo e chi lo mette in scena, hanno esposto per la specialità di Pittura opere di Alfredo Sarandeses, Elizabet Lopez  Saiz, Noemi Barberá Babiloni, Serra Sanabra; per tecnica Sumi-e, Ester Viñals Peiro; per incisioni, Antonia Antonia Dávalos Meseguer, Yolandra Carbajales Ferreiro; per scultura José Ángeles, per la specialità Design Orafo, le gioielli di Adriana Rafart, Adriana Rivas, Alexandra Vázquez, Anna Cuadrado, Carmen Baldomir, Denise Elizabeth, Elisabeth Alba, Ivet Oller Serra, Laura Márquez, Liliana Rodrı́guez, Lorena González, Marı́a Pérez, Montse Bote Paz, Olga Pardo, Pilar de la Fuente, Roser Martı́nez; per la specialità de Poesia; Arte Condesa, Demi Spilerts, Giovanni La Rosa, Julia Herrera de Salas, Julio Montes, Marc Tarrus, Ulı́ses Icaro.




venerdì 3 febbraio 2017

WALTER VELTRONI A FROSINONE PER I GIOVEDI' DELL'ACCADEMIA



L’Accademia di Belle Arti (ABA) di Frosinone ha aperto, ieri pomeriggio alle ore 16, il suo teatro per accogliere Walter Veltroni che ha inaugurato la quinta edizione dei “Giovedì dell’Accademia”. In questi cinque anni vi sono passati nomi importanti del mondo della cultura, dell’arte, dello spettacolo come Carlo Verdone, Giuliano Montaldo, il regista Matteo Garrone, il pittore Bruno Ceccobelli, il premio Oscar Vittorio Storaro, Micaela Ramazzotti, l’artista Fabrizio Plessi, per citarne solo alcuni. Veltroni, che era stato già ospite dell’ ABA, è tornato per l’incontro: “Gli occhi cambiano” titolo di un suo programma televisivo trasmesso recentemente da Rai Storia. “Sapere, ridere, tifare, amare, immaginare e cantare”: sei verbi- documentari per raccontare come la Rai abbia testimoniato la storia d’Italia. La penna, la macchina da presa e la voce di Veltroni ne  hanno “ricucito”  le trame della memoria. Dopo l’affettuoso saluto all’ospite da parte del Direttore Fiorletta, il Prof. Alberto Dambruoso, docente dell'Accademia, ha iniziato a percorrere la figura di Veltroni. Ex segretario nazionale del Partito Democratico, sindaco di Roma una prima volta nel 2001 poi riconfermato nel 2006, vicepresidente del Consiglio e Ministro per i beni culturali e ambientali del governo Prodi, Veltroni è anche giornalista, scrittore, regista, appassionato conoscitore di musica. Nel 2000 è stato insignito della Legion d’Onore per i risultati ottenuti nella valorizzazione e nel recupero dei beni culturali e del cavalierato di Gran Croce della Repubblica Italiana nel 2005. L’attività giornalistica è, indubbiamente, il prolungamento ideale al padre Vittorio, radiocronista EIAR e poi primo direttore del telegiornale della neo-nata Rai,  morto quando aveva appena un anno e a cui ,nel 2015, il figlio ha dedicato il libro “Ciao”. Veltroni nei suoi documentari e nella sua narrativa ha sempre un occhio rivolto ai temi del “tempo”che definisce un’ossessione e della “memoria” non intesa come nostalgia, bensì come presa di coscienza del vissuto storico, nell’obiettivo di trasmetterlo alle nuove generazioni.  “In passato la Rai ha trasmesso importanti interviste  a grandi celebrità : Chagall, Miró, Ezra Pound, Gropius, Hitchcock, Truman Capote, facendo informazione culturale. Oggi viviamo immersi in un bombardamento mediatico che annulla la nostra memoria, in una sorta di bulimia informativa e in cui le date degli eventi si confondono e si dimenticano.  Siamo schiavi di una gran quantità di notizie spesso anche false che, rimbalzando, si autocertificano”. Questa la lucida e critica analisi di Veltroni sul mondo televisivo attuale, da ciò la sua ricerca della memoria attraverso gli archivi Rai per poter ricostruire la nostra Storia. “Abbiamo bisogno di sapere, di avere anche il dubbio, diffidiamo  da chi non ne ha e che crede di essere il depositario della verità, dobbiamo riuscire a razionalizzare. Penso al film Blade Runner in cui i replicanti sono identici agli umani tranne che per le emozioni di cui sono privi perché non possiedono " la memoria" , evitiamo di diventare i replicanti di noi stessi ". E continua: "noi siamo una generazione di privilegiati rispetto ai nostri genitori e ai nostri nonni che hanno vissuto due conflitti mondiali, eppure siamo una generazione di rabbiosi, di insoddisfatti, di persone cupe”. Continua così l’interessantissimo intervento di Veltroni: “Ci vuole grazia intellettuale anche nei programmi televisivi, perché conta la qualità del prodotto anche a scapito dell’ascolto. La quantità non è sinonimo di qualità, bisogna cercarne il giusto equilibrio a favore del pubblico. Ricordo gli sceneggiati Rai come “I Promessi Sposi”, “L’Iliade”, “L’Odissea” che hanno sicuramente avuto dei meriti sulla divulgazione culturale in un paese che dopo la seconda guerra mondiale aveva un altissimo tasso di analfabetismo. Tempo- memoria- dubbio sono come tre fratelli che si devono prendere per mano”. Un incontro dal contenuto  didattico  che si è concluso con l’omaggio dell’Oscar dell’ABA , una scultura in bronzo raffigurante il particolare della bocca del Davide di Michelangelo, che il direttore Fiorletta consegna a tutti i suoi ospiti . Un pomeriggio che è continuato, per i presenti,  con la proiezione della prima puntata del documentario “Gli occhi cambiano” e che può essere visto, da chi lo avesse perso nella programmazione televisiva, su Rai Play. Prossimo appuntamento di sicuro spessore  sarà giovedì 9 febbraio con Eleonora Danco autrice, regista, attrice  teatrale ne “L’approdo informale”. Secondo step di un calendario fittissimo che continuerà fino a giugno, con la scoperta di altre personalità poliedriche che offriranno il loro contributo umano e culturale all'Accademia di Belle Arti e a Frosinone.