lunedì 19 ottobre 2015

DOPPIE EMOZIONI IN VILLA








Un doppio vernissage quello di ieri 18 ottobre, presso la Villa Comunale di Frosinone, per la quinta edizione della rassegna “ L’Arte visiva contemporanea” curata dal Prof. Alfio Borghese e con il patrocinio del Comune rappresentato dall’instancabile e sempre presente Assessore Rossella Testa . Due pittori quindi, che si sono divisi le sale espositive in un confronto di stile, tecnica e sensibilità coloristica: Gianluigi Baldassarra e Dino Catalano, entrambi laziali, ma con percorsi artistici  ed umani diversi, architetto il primo e autodidatta il secondo.  In Baldassarra lo stile pittorico nasce dallo studio e dall’evoluzione della topografia applicata alla pittura, nella ricerca “maniacale” e concettuale della perfezione delle linee, dei vuoti e dei pieni , delle sfumature dei colori e dei non colori come il bianco e il nero, in una visione  fotografica e cinematografica dell’arte, nei suoi chiaro-scuri, nei positivi e negativi che privilegiano le figure umane, sia maschili che femminili. Acrilici che sono “fotogrammi” nella visione, tutta personale, di un’umanità che "strizza l’occhio", nella consequenzialità delle immagini, alla pop art . Un percorso visivo come un tracciato urbanistico, dove i quadri sono disposti  anche a terra  con la meticolosità di una creazione architettonica. Una meticolosità riportata sulle tele in una perfezione di tratto grafico, da far pensare ad una stampa digitale più che alla mano dell’uomo-pittore.  Se Baldassarra è un artista-tecnico, pur nella sua evoluzione interiore, Catalano, è un artista- artigiano, infatti nasce come orafo e i suoi quadri hanno, nei colori e nella struttura la forza evocativa di gioielli preziosi. “Pittore per caso”, come ama definirsi, non può fare a meno dei colori senza i quali “mi sentirei morire” ed i suoi quadri sono un inno alla gioia e alla vita, nascendo dalla “pancia” come in un continuo “parto” da cui vengono alla luce coloratissimi paesaggi ispirati dalla sua città (Sabaudia) e figure femminili dalle “dolci” rotondità messe in evidenza, nei nudi, dal colore sanguigno del rubino. La capacità orafa si estrinseca nella composizione delle figure stesse, una su tutte “Penelope” donna dai lunghi capelli al vento e dalle vesti riccamente decorate, in un richiamo alla memoria di soggetti  rinascimentali e klimtiani. L’uso dell’olio spatolato rende ancora più materici i soggetti dell’artista, nati da un’interiorità sofferente e al tempo stesso gioiosa, a dimostrazione ed insegnamento che l’arte è energia vitale.  Un doppio appuntamento da non perdere per assaporare emozioni duali, quelle che partono dalla mente e dall’anima in un armonioso “sposalizio” del bello.