ULTIMO CONCERTO DELLA STAGIONE CLASSICA DI FROSINONE
Con il concerto di ieri sera si è conclusa la STAGIONE DI MUSICA CLASSICA 2015 della Città di Frosinone, con un programma che prevedeva Rossini e Beethoven. Una lunga carrellata partita il 19 febbraio in cui si sono avvicendati nomi importanti della musica nazionale ed internazionale: Luis Bacalov, Simonide Braconi, Sesto Quatrini, Flavio Emilio Scogna e Giorgio Proietti “padrone di casa”. Proietti pare particolarmente affezionato a Rossini, poiché anche nell’ultimo appuntamento lo ha proposto attraverso l’Ouverture da La Gazza Ladra, brano celeberrimo sempre di gran richiamo. La prima rappresentazione dell’opera ebbe luogo a Milano, nell'ambito della stagione di primavera del Teatro alla Scala, il 31 maggio 1817. L'opera, un tempo famosissima, viene oggi rappresentata raramente, memorabile rimane l'edizione del 1989 a Pesaro, protagonisti Katia Ricciarelli, William Matteuzzi , Samuel Ramey , Ferruccio Furlanetto , Bernadette Manca di Nissa diretti da Gianluigi Gelmetti.
Seconda Ouverture della serata quella dall’Egmont di Beethoven, una musica di scena scritta, fra l'ottobre 1809 e il giugno 1810 , per l'opera omonima di Johann Wolfgang von Goethe. Soggetto dell'opera è l'eroica storia del conte di Egmont, che sacrificò la propria vita per manifestare il suo attaccamento alla patria olandese in occasione della repressione spagnola attuata dal duca d'Alba nel 1568. L'eroismo ed il sacrificio del conte sono messi bene in rilievo dalla musica di Beethoven, che fu apprezzata grandemente dallo stesso Goethe che ne elogiò la geniale capacità di aderire perfettamente allo spirito del suo testo.
In conclusione sempre Beethoven, in sostituzione della prevista seconda sinfonia di Schumann, con la Sinfonia n°5 in Do Minore op. 67 . Ben quattro anni impiegò il Maestro di Bonn a dare la veste definitiva a questa Sinfonia, attraverso rifacimenti e innumerevoli ritorni . Dedicata al principe Lobkowitz e al conte Rasumowsky, si colloca tra il 1804 il 1808, anche se l'anno della sua stesura definitiva è il 1807. Fin dalle prime esecuzioni l'opera suscitò l'entusiasmo della critica più incline alla nuova sensibilità romantica. Composta da quattro movimenti ( Allegro con brio, Andante con moto, Scherzo- Allegro, Allegro-Presto) è forse la più eseguita e la più universalmente conosciuta delle nove sinfonie, considerata il paradigma del sinfonismo beethoveniano nel senso che nessuna altra opera presenta le caratteristiche del linguaggio di Beethoven con altrettanta chiarezza e concisione, è un Beethoven titanico, quello della Quinta, ma è anche un Beethoven più asciutto e meno enfatico rispetto a quello dell'Eroica. “Ecco il destino che batte alla porta” una tradizione degna di fede vuole che Beethoven si sia cosi espresso riferendosi all'attacco della Sinfonia formato di quattro note lapidarie e scultoree ed è un destino contro cui Beethoven lotta e su cui vince, la vittoria, cioè dell’intelletto e della ragione. Un’altra bella prova dell’Orchestra Sinfonica del Conservatorio “L. Refice” guidata in modo energico e trascinante dal suo Direttore Giorgio Proietti. Le sinergie del sindaco Ottaviani e del direttore del Conservatorio, Ramunto, hanno dato vita a questa bella stagione concertistica che ci auguriamo prosegua anche il prossimo anno, come ha garantito nel suo discorso di saluto l’assessore alla cultura Avv. Fabrizi, in un “crescendo rossiniano”, tanto per rimanere in tema, di maggiori presenze da parte del pubblico e di importanti artisti come quelli che abbiamo avuto l’occasione di conoscere ed apprezzare in questi mesi di Grande Musica, buon lavoro, dunque e “ad maiora”!