SULLE ORME DI HILDE AD ALATRI
Tra i borghi
più belli d’Italia vi è Scanno, paese di poco più di 1800 anime, in provincia
de L’Aquila, ai confini col Parco Nazionale d’Abruzzo e rinomato come “città
dei fotografi”. Immortalato da obiettivi famosi quelli di Cartier Bresson,
Giacomelli, Berengo Gardin, Scianna, Jodice, di Erwitt, Saville e di Hilde
Lotz-Bauer che fu la prima fotografa a far conoscere Scanno nel mondo, dopo che
Pietro Di Rienzo fotografo nativo del luogo, aveva documentato per primo la
vita quotidiana di questo incantevole paesino. Un altro fotografo, Romeo Fraioli, questa volta un ciociaro
di Arce, ha voluto ripercorrere le ORME
DI HILDE immortalando con i suoi scatti il borgo abruzzese nella mostra che si
è svolta questo pomeriggio nel chiostro di San Francesco ad Alatri. Le immagini
di Fraioli riportano ad un mondo cristallizzato nelle sue tradizioni, nei volti
arcaici delle donne, per lo più anziane, nei vicoli, nei costumi
caratteristici, come se il tempo descritto da Hilde ai primi del novecento,
sull’onda dei “gran tour”, si fosse fermato e avesse conservato inalterato il
suo fascino arcaico. Se la Lotz-Bauer con la sua piccola Leica, ha documentato
e raccontato i volti e la vita
quotidiana delle donne di Scanno, riprese portare in equilibrio sul capo le
conche piene di acqua o grandi fascine di legna, lavorare la lana e il tombolo,
oppure vestite con gli abiti della festa e le originali acconciature, negli
scenari densi di atmosfera dell’incantevole borgo sul lago; Fraioli ha
privilegiato i momenti di riposo e di incontro delle donne che sembrano quelle
di allora. Ci sono donne nei vestiti tipici sedute sulla panchina a conversare,
c’è quella che passeggia sola ed è ripresa di spalle o ancora quella che sta
uscendo di casa con l’ombrello al braccio tutta vestita di nero con un cappello che
nella foggia ricorda il tricorno del prete. Ma è la sposa la grande
protagonista delle foto della mostra, vestita nel costume locale, impreziosito da vari gioielli dell'oreficeria scannese,tra cui la spilla- ciondolo amuleto "l'amorino", a braccio
dello sposo seguita in processione da altre coppie abbigliate
alla stessa guisa e come nella più tipica tradizione italica, ormai anacronistica,
ripresa con tutti gli invitati sul sagrato della chiesa nell’ancora consueto
lancio del riso. Sessanta grandi
fotografie nel sempre fascinoso bianco e nero stampate su tela come quadri per narrare
un mondo antico e contemporaneo, narrare sguardi giovani e antichi, narrare un
panorama da presepio dove le vie sono scale e la pietra domina ovunque. Un
invito a scoprire questo borgo in cui si respira una serenità atavica di cui la
mostra, che durerà fino al 21 febbraio, è testimonianza e documento storico e che merita
di essere visitata da chi abbia voglia di vivere le emozioni trasmesse dall’obiettivo attento e sensibile
di Romeo Fraioli.