giovedì 26 novembre 2015

LA MUSICA SPOSA LA MUSICA




La musica sposa la musica, non può essere altrimenti, la musica che genera altra musica e che si rigenera attraverso l’amore coniugale. Al NIDO DELL’ANGELO succedono alchimie particolari, incontri speciali, come l’incontro con due sposi uniti dal loro sentimento oltre che dalla musica: MARIELLA GUARNERA, mezzosoprano e FEDERICO LONGO, pianista, direttore d’orchestra e compositore.  Altri due “naviganti” si sono aggiunti “all’imbarcazione di Ulisse” per condividere la scoperta di nuova musica, questa volta senza l’apporto della poesia, perché la musica stessa, ieri sera (25 novembre) è stata poesia. Federico Longo, ha iniziato gli studi di Pianoforte e Composizione a Roma con Robert W. Mann. Ha conseguito il diploma di Alto perfezionamento in Direzione d’orchestra presso l’Accademia Musicale Pescarese con Donato Renzetti e il diploma dei Wiener Meisterkurse alla Hochschule für Musik di Vienna. Ha diretto con successo diverse orchestre in Italia e all'estero, collaborando tra le altre con la Melbourne Symphony Orchestra, l'Orchestra della Radio di Bucarest, la Oulu Sinfonia, l'Orchestra Filarmonica di Stettino. Sostenitore della musica contemporanea, ha diretto numerose prime mondiali tra cui “Il Vestito nuovo dell’Imperatore” di Paolo Furlani, “Arcibaldo Sonivari” di Mario Pagotto; le due opere di Marco Betta su soggetto di Andrea Camilleri: “ Il mistero del finto cantante” e “Che fine ha fatto la piccola Irene”, all’interno della 60ª Settimana Musicale Senese. Unanimi riconoscimenti ha ricevuto la sua direzione della produzione del Teatro dell'Opera di Roma dell'opera “Saül” di Flavio Testi nell'allestimento di Pier Luigi Pizzi. Nel 2012 ha composto e registrato come pianista il CD “La vena giusta del cristallo”, 11 brani per pianoforte, ispirati da un verso di Eugenio Montale. Nel 2015 vede la luce il suo secondo CD, “L'arte del volo”, presentato nel mese di maggio a New York, edito da Ottododici e Vallegiovanni Edizioni Musicali. Si spengono le luci, si rinnova il rito di accendere la candela nella bottiglia, simbolo di messaggio lanciato nel mare dell’ascolto e Longo inizia la sua personalissima navigazione musicale e nella memoria, narrando, prima di eseguirle al pianoforte, la  genesi delle sue composizioni.  Dono che ha fin da ragazzo, ha iniziato a comporre  giovanissimo e dopo una ventina d’anni  di silenzio, col supporto e l’incoraggiamento di Mariella ( “la musica che genera la musica”) ha ripreso il viaggio nelle note della sua interiorità. “Cosmos” è stato il primo brano eseguito, quello della rinascita compositiva, il momento di rottura del silenzio creativo, composizione nata da una gestazione inconsapevole dovuta proprio alla quantità e qualità di note archiviate nella mente, che hanno finalmente avuto la forza e la volontà di uscire dal buio. Una non stop di esecuzioni tutte delicatamente velate di una malinconia non triste... la malinconia dolce dei ricordi e delle emozioni che si percepiscono già dai titoli: IL QUADRO DELLA LUNA, FUNDAMENTAL, MATTUTINO (composta all'alba di un soggiorno newyorchese), MISERERE ( perché tutta la musica ha una sua matrice sacra ), IL SUONO DELLA VOCE, L’ARTE DEL VOLO( il superamento della propria corporeità ),  INTIMAMENTE ( il momento in cui il compositore entra in contatto  con la sua parte più “intima” attraverso la musica).  Ma il momento topico della serata è giunto con l’unione di piano e voce nell’Inno  LE NOSTRE PAROLE, composto, a scopo benefico,  per celebrare i 150 anni della nascita della Croce Rossa, su testo di Marta Rossi.   Mariella può finalmente far sentire la forza della sua voce calda dalla possenza “tenorile” . La Guarnera ha compiuto gli studi musicali e vocali con Maria Vittoria Romano e Maria Carbone, e frequentato numerosi corsi tenuti dal M° Claudio Desideri. Ha debuttato nel 1993 a S. Gimignano come Poppea ne “L’incoronazione di Poppea” di Monteverdi, poi ripresa al Teatro G. Verdi di Pisa e al Teatro Sociale di Mantova, dove ha interpretato anche la parte di Cherubino ne “Le nozze di Figaro” di Mozart. All’Opèra Comique di Parigi ha cantato nel ruolo di Ernestina ne “L’occasione fa il ladro” e in quello di Lucilla ne “La scala di seta” di Rossini (Direttore M° Claudio Desideri). Al Teatro Regio di Torino sotto la direzione del M° Donato Renzetti ha interpretato Suzuki in “Madama Butterfly” di Puccini.  Al Teatro comunale di Modena, per la prima rappresentazione della nuova opera di Carlo Galante, ha cantato in “Racconto di Natale” con la regia di F. Esposito e la direzione di C. Boccadoro. Questa è solo una piccola nota biografica di una carriera più vasta ed importante. Figlia d’arte, con il "belcanto" nel DNA, è infatti figlia di baritono ( Guido), sorella di un tenore (Edoardo, di cui fu padrino Giacomo Lauri Volpi) e di un baritono( Piero). Dopo la breve parentesi vocale, ma non per questo di minor importanza, si prosegue con il piano solo e le ultime composizioni di Federico: LA VENA GIUSTA DEL CRISTALLO, LA SCATOLA DEI GIOCHI, LE ONDE DEL PENSIERO, QUEL CHE VA VIA e , per concludere MAGNIFICAT ispirato dal Vangelo secondo Luca. Bis di rito e non solo, FRASI ALLO SPECCHIO, tratto dal suo ultimo cd. La parte ufficiale della serata si è conclusa in un mare( per restare in tema) di applausi per lasciar posto alla parte più intima, quella del brindisi all’amicizia, agli artisti, alla Musica. Alla condivisione di sensazioni, di esperienze, di amarcord….perchè il Nido dell’Angelo è soprattutto questo, un ritrovo di vecchi e nuovi amici a cui ad ogni appuntamento se ne aggiungono altri e sempre straordinari!


giovedì 19 novembre 2015

INVITO AL VIAGGIO



Prosegue l’immaginaria navigazione  al “Nido dell’Angelo” di Frosinone. Un “Invito al viaggio” di Baudeleriana memoria, che Giovanni Valle rinnova per gli amici, alla scoperta dell’universo musicale e poetico. Una navigazione placida in cui chi vi partecipa dona il suo contributo emozionale ed emozionante.  E mai come in questo caso valgono i versi del poeta inglese John Donne: “Nessun uomo è un'isola, intero per se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, parte della terra intera; e se una sola zolla vien portata via dall'onda del mare, qualcosa all'Europa viene a mancare, come se un promontorio fosse stato al suo posto, o la casa di un uomo, di un amico o la tua stessa casa. Ogni morte di uomo mi diminuisce perché io son parte vivente del genere umano. E così non mandare mai a chiedere per chi suona la campana :essa suona per te”. Un viaggio-scoperta nei sentimenti di amicizia, di una micro umanità che si ritrova in nome dell’Arte e della sua condivisione. Ieri sera a casa di Valle , l’Arte era rappresentata dalla scultura( Jacopo Cardillo),  dalla canzone( Diego  Conti  e Alessandro Viti),  dalla lirica (Marco Sartucci),  dal jazz ( Annamaria D’Amato) e dal pianoforte (Francesco Amici e Giovanni Valle). Dopo l’accensione di rito della candela-faro, Diego Conti, ventenne chitarrista di Patrica, ha aperto la serata con due sue canzoni , di cui “ L’Impegno”, la più amata, è quella che lo ha fatto conoscere al Festival Show di Castelfranco Veneto. Dalla chitarra al pianoforte di Francesco, discendente di una famiglia di “organari”, accordatore nonché astrofilo e proprio alle stelle ha dedicato la sua composizione “Meccaniche celesti”, che se nel titolo può richiamare i versi di una canzone di Franco Battiato, nell’ascolto i richiami a Debussy, alla sua Suite Bergamasque e all’impressionismo musicale francese, in genere, sono lampanti. E questi richiami continuano con un altro brano composto da Francesco, questa volta per la sorella, ballerina di danza contemporanea, e per una sua coreografia: “Vortice” . Si passa al momento della riflessione poetica con i versi  di Khalil Gibran , poeta libanese amato da Giovanni, del quale ha letto “Il Donare” (Quindi un uomo ricco chiese: parlaci del Donare. Ed egli rispose: Donerete ben poco se donerete i vostri beni. È quando fate dono di voi stessi che donate veramente….), poesia- specchio dello spirito di generosità  del “Nido dell’Angelo”. Dalla musicalità poetica di Gibran  alla poesia delle note,  con il preludio n.11 di Bach in fa magg. Dal “Clavicembalo ben temperato” , al corale sempre di Bach da “La Passione secondo San Giovanni” e a quello dei “sacerdoti” da “Il Flauto magico” di Mozart. E’ il  padrone di casa  a concludere il viaggio- scoperta con i versi di Jacopo da Varagine (Varazze), poeta medioevale, tratti da “La Legenda Aurea” in onore di Santa Cecilia. Una serata che continua fin oltre la mezzanotte con le perfomances  vocali di Annamaria D’Amato accompagnata sia alla chitarra da Diego che al piano da Alessandro in un fuori programma jazz raffinato e coinvolgente , anticipazione di futuri incontri e future condivisioni.

  

giovedì 12 novembre 2015

LE NUOVE SCHUBERTIADI A FROSINONE

Angelo dal greco (ànghelos) vuol dire messaggero ed è l’entità spirituale preposta alla nostra custodia, questo nella religione  cattolica e non solo, ma esistono “angeli” terreni e i loro nidi e uno di questi si trova nel centro storico di Frosinone. IL NIDO DELL’ANGELO è una casa bianca e raccolta dalle atmosfere orientali dove l’odore delle candele accese si mescola a quello degli incensi e in cui è iniziato, nel giorno di San Martino, un viaggio ideale tra spiritualità e arte. Un luogo dell’anima e dell’amicizia dove si possono incontrare persone accomunate dalla stessa passione per il “bello” vissuto tra musica e poesia. E’ l’antico che ritorna in veste di moderne “schubertiadi”, momenti cioè di conviviale  condivisione musicale che nacquero nelle dimore degli amici di Schubert per ascoltare le sue ultime composizioni. In un mondo che va sempre più di corsa e con sempre meno interessi culturali, il Nido dell’Angelo di Luca Mauceri e Giovanni Valle è un’oasi felice in un deserto. E’ un riproporre le emozioni legate ad una visione di amichevole spensieratezza in un momento storico dove essere spensierati è un lusso per pochi. Ieri sera Luca ha passato le consegne, di un sua vecchia idea, all’amico Giovanni in una continuità di intenti umani e artistici, aprire le porte di casa sua ad una ristretta e selezionata cerchia di amici che hanno voglia di vivere le stesse vibrazioni che solo la musica legata alla parola colta possono dare. Nasce così il concetto-progetto di “concerto segreto”. Ogni momento della serata ha avuto una forte valenza simbolica : l’accensione della candela da parte di Mauceri come se la luce di essa fosse un piccolo faro ad illuminare l’inizio di una “navigazione” collettiva nel mare della conoscenza seguita dalla lettura del ventiseiesimo canto dell’Inferno dantesco di cui il protagonista è Ulisse, simbolo, per antonomasia, dell’uomo, della sua curiosità, dell’avventura. Un ramo di barca, trovato su una spiaggia di Ponza, fa bella mostra di sé in un angolo del salotto culturale come guardiano di questo viaggio nel bello. E come Caronte i due amici hanno traghettato le venticinque “anime” presenti non nell’Ade spaventoso di mitologica memoria ma in un “regno” per pochi eletti cullati da ondate musicali . Le note hanno subito preso il posto della parola con le musiche che Valle ha composto negli anni e che ha eseguito su un pianoforte a mezza coda. Le note di Oblivion di Piazzolla si sono intrecciate con Baires  sua composizione-omaggio all’Argentina di cui Valle è un grande conoscitore ed estimatore; alle note di Thomas Aleksandrovič de Hartmann e di Georges Ivanovitch Gurdjieff, filosofo e mistico armeno del XIX secolo e inventore di quel sistema di auto-conoscenza noto ai più come Quarta Via che ebbe probabilmente, in era moderna, il merito di recuperare un tema, quello dei poteri occulti della musica  su esseri umani e animali.  Un altro artista-amico, Marlon Joubert, attore come Mauceri, ha dato il suo contributo di emozioni recitando la poesia di Pessoa “Ode alla notte”. Una notte che continua con una poesia di David L. Weatherford, psicologo infantile, che è un inno alla vita e un incitamento a viverla con “lentezza” (Danza lenta… Hai mai guardato i bambini in un girotondo? O ascoltato il rumore della pioggia quando cade a terra? O seguito mai lo svolazzare irregolare di una farfalla? O osservato il sole allo svanire della notte? Faresti meglio a rallentare. Non danzare cosi veloce. Il tempo è breve. La musica non durerà…). La musica, nel Nido dell’Angelo” è durata con l’ultima esecuzione di Valle,  un suo valzer lento perfetto nell’ abbinamento con il testo di Weatherford.  E così, come è stata accesa, la candela-faro è stata spenta , in attesa che un’altra mano riporti la luce ad una nuova serata di vibranti e “illuminanti” emozioni.




mercoledì 11 novembre 2015

ELISABETTA II REGINA A MONTECITORIO




La Sala della Regina della Camera dei Deputati a Montecitorio, ha accolto con tutti gli onori un'altra Regina...Elisabetta II d'Inghilterra. Nel tardo pomeriggio di ieri 10 novembre, infatti, tra marmi , stucchi e lampadari  neo rinascimentali, è stato presentato il libro : "ELISABETTA II REGINA" di Francesco De Leo ( Aracne Editrice). Un avvenimento importante, in un luogo istituzionale, a cui hanno partecipato, come relatori, personalità della diplomazia: Huston Greg (Consigliere politico dell'ambasciata britannica a Roma), Giancarlo Aragona (Presidente Istituto per gli Studi di Politica Internazionale), della politica Marco Pannella  (Fondatore Partito Radicale) e Andrea Romano ( Deputato Partito Democratico), dell’editoria  Gioacchino Onorati (Aracne editrice) e del giornalismo Stefano Polli (Vicedirettore ANSA).  L’autore, Francesco De Leo, si occupa da molti anni di politica estera per Radio Radicale per cui ha svolto diversi reportage in giro per il mondo. Cura e conduce la trasmissione serale Spazio transnazionale dedicata all’attualità internazionale. Ha diretto l’«Interprete Internazionale», dorso mensile del quotidiano “Il Riformista” e ha scritto per Italianieuropei nel 2009 il libro L’Onda Verde d’Iran.  Era presente, via etere, anche Radio Radicale con la diretta radiofonica dell’evento. E’ cosa nota come l’argomento “monarchia britannica” sia sempre stato di grande interesse per il giornalismo internazionale e come abbiano fatto la fortuna dei tabloids inglesi le vicende drammatiche e non che i Windsor hanno vissuto in un regno dalla longevità record. La Regina Elisabetta è in carica da ben sessantatre anni  (6 febbraio 1952) superando anche il lunghissimo regno della progenitrice Vittoria. Fu proprio in epoca vittoriana che la Gran Bretagna conobbe il maggior splendore economico grazie alla politica di espansionismo coloniale,estendendosi su tutti i cinque continenti, per un quarto della superficie delle terre emerse. Uno splendore che Elisabetta II ha visto sempre più affievolirsi fino alla completa disgregazione , complice anche la seconda guerra mondiale,  in una progressione durata cinquantanni . La grande intelligenza politica della sovrana è stata l’adeguarsi ai cambiamenti sociali ed epocali rendendo veritiera l’affermazione profetica di Re Faruk I di Egitto che disse : “Presto ci saranno solo cinque re a governare...quelli delle carte e quello d’Inghilterra”. Elisabetta è l’Inghilterra, ne incarna le tradizioni millenarie con inossidabile determinazione e con sensibilità politica e psicologica. Ha visto avvicendarsi , durante il suo regno : sei Papi, sette Arcivescovi di Canterbury, undici  Presidenti degli Stati Uniti d’America e dodici Premier britannici. Senza la sua autorevole figura il governo inglese cadrebbe perché non ci sarebbero più il collante tra “storia” e contemporaneità , la stabilità  e l’unità nazionale nella capacità affascinante di coniugare regalità e semplicità. Come ha detto il Principe consorte Filippo di Edimburgo, in una delle sue tante famose e spiritose battute: “ Mia moglie ha un buon lavoro, è sicuro anche se un po’ noioso”, non sbagliava perché regnare non s’improvvisa, bisogna studiare, avere il senso dell’abnegazione, del rispetto verso i sudditi  e una grande intelligenza socio-politica . Fin da ragazza è stata preparata alla difficile “professione” di sovrano dimostrando senso patriottico e del dovere quando a diciannove anni, durante il conflitto mondiale,  volle diventare ausiliaria del servizio territoriale, guidando le camionette militari. Un libro importante da leggere,  come unanimemente hanno dichiarato i relatori,  per lo spessore da saggio storico-politico ed il taglio fresco e avvincente da romanzo, tutto corredato con le immagini fornite dall’archivio fotografico storico dell’ANSA. Una cura attenta ai particolari anche grafici già nell’elegante copertina in bianco e blu . Non resta che augurare un’edificante lettura e una  “lunga vita al re” anzi…GOD SAVE THE QUEEN”!